Famiglia, la Regione difende il logo

L'assessore Cappellini: «Il simbolo Expo resta». Cattaneo: «Non è omofobo chi sostiene l'unione tradizionale»

Famiglia, la Regione difende il logo

Il convegno «Difendere la famiglia per difendere la comunità» si terrà e manterrà anche il logo di Expo 2015, a dispetto delle accuse di «omofobia» avanzate da opposizioni e associazioni gay. «L'omofobia non c'entra, siamo di fronte a cattiva informazione» la posizione ribadita dall'assessore regionale a Culture e identità Cristina Cappellini e dal capogruppo leghista Massimiliano Romeo, che hanno presentato l'iniziativa con Luigi Amicone (Fondazione Tempi) e i rappresentanti delle associazioni cattoliche (fra cui Obiettivo Chaire e Alleanza cattolica). «La Regione non ha alcun interesse a intervenire nel privato, ma sulle implicazioni sociali del privato sì - ha aggiunto Cappellini -. Il convegno vuole tutelare, oltre all'istituzione della famiglia, anche la libertà di pensiero ed espressione in tutti i campi».

Proprio le posizioni di alcune associazioni cattoliche nei confronti degli omosessuali e di chi infrange «la legge naturale» hanno suscitato le proteste, che sono andate oltre il tema dichiarato del convegno. «Sarà il primo di una serie, avremo di che divertirci», ha assicurato Romeo, primo firmatario di una mozione per la festa regionale della famiglia naturale, secondo il quale «la famiglia è una sola, quella fra uomo e donna, come sancisce anche la Costituzione». «Di quello che è stato scritto c'è di vero il 10% - polemizza Marco Invernizzi di Alleanza Cattolica - ed è un'autentica menzogna che qui si vogliano “curare i gay”», mentre Luigi Amicone presidente della Fondazione Tempi ha parlato di «visione ideologica e sbagliata».

Caduto nel vuoto l'appello alla Regione perché rimuovesse il logo dell'evento 2015 dalla locandina del convegno, il commissario unico di Expo Giuseppe Sala fa buon viso a cattivo gioco: «a questo punto prendo atto con soddisfazione di quello che dice il presidente Maroni ovvero che lui stesso chiuderà il convegno e si farà garante per non far passare il concetto di omosessualità come malattia da curare. Questo mi rassicura».

A sostegno dell'iniziativa della Giunta lombarda, la maggioranza di centrodestra: Ncd ha annunciato una mozione a sostegno in aula martedì insieme a quella «contro» presentata dal Pd, mentre per il presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo «immaginare o, addirittura, affermare esplicitamente che chi sostiene la famiglia sia necessariamente omofobo mi sembra una clamorosa sciocchezza, da stigmatizzare con forza».

Il Pd ha annunciato la partecipazione al presidio di protesta organizzato a Palazzo Lombardia in concomitanza con il convegno. Per Diana De Marchi, responsabile Diritti della segreteria regionale, «non è limitando i diritti altrui che si tutelano i propri».

All'attacco anche la sinistra in Consiglio comunale che ha presentato un ordine del giorno (sottoscritto da Sinistra per Pisapia, Sel, Pd, Radicali e M5S) per chiedere al sindaco, in qualità di socio di Expo, di far rimuovere il logo Expo dal convegno. Per Anita Sonego «Expo deve favorire l'incontro e la collaborazione tra i popoli e gli individui, non la discriminazione delle varie forme con cui si manifestano vita e amore».

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