«Così com'è stato presentato il Piano nazionale degli aeroporti non ci soddisfa». Parola dell'assessore regionale alle Infrastrutture, Maurizio Del Tenno, che ha convocato per la prossima settimana un Tavolo di confronto per approfondire le indicazioni del nuovo piano varato dal governo. Al tavolo parteciperanno l'Enac, l'Ente nazionale per l'Aviazione civile, il ministero delle Infrastrutture, le società di gestione degli aeroporti milanesi, bergamasco e bresciano Sea, Sacbo e la D'Annunzio. «Studieremo insieme una strategia comune. È importante entrare nel merito delle questioni senza limitarsi a considerazioni populiste - dice Del Tenno -. Ciò che sta a cuore alla Regione è dare la possibilità ai cittadini e alle imprese lombarde di vivere in un territorio collegato con il mondo in maniera seria ed efficiente».
Del Tenno è convinto che il governo abbia privilegiato le altre aree del Paese a danno della Lombardia: «Questo Piano ha avuto un occhio di riguardo per le regioni del Centro e del Sud. Non vogliamo togliere nulla alle altre regioni, ma gli aeroporti lombardi devono continuare a essere considerati strategici per il bene dei nostri cittadini e delle nostre imprese».
La difesa degli aeroporti lombardi trova il consenso del consiglio regionale, che ha approvato all'unanimità un documento in cui chiede di «rivalutare gli scali». Nel piano il Nord Ovest ha un solo aeroporto strategico, ovvero Malpensa. Il Nord Est ha un solo aeroporto strategico, cioè Venezia. Invece il Centro ha 4 aeroporti strategici: Bologna, Pisa, Firenze, Fiumicino. Il Centro è stato infatti spacchettato in Centronord e Centro e questo ha raddoppiato il numero degli aeroporti strategici. Il Sud ha 3 aeroporti strategici e le Isole altri 3. Una sperequazione, secondo la Regione.
Come è noto, la gran parte dei viaggiatori, sia per affari che per turismo, si muove dal Nord. E il sistema aeroportuale lombardo è il più importante d'Italia: in base ai dati Assaeroporti del 2012, Malpensa, Linate e Orio hanno un volume di traffico passeggeri pari all'incirca al 25 per cento del totale nazionale.
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