I rom pagati per il rimpatrio si sono spostati di 500 metri

I rom pagati per il rimpatrio si sono spostati di 500 metri

Presi i soldi per tornare in Romania, gli abusivi di via Triboniano non hanno fatto molta strada, mezzo chilometro al massimo poi sono andati a occupare due capannoni dimessi in via Montefeltro e via Brunetti. Due insediamenti di circa 400 persone con i soliti problemi sanitari, topi e sporcizia ovunque, e di difficile convivenza con i residenti. Un situazione pronta a esplodere, nonostante l'allarme lanciato da Enrico Salerani, capogruppo della Lega in zona 8.

L'area interessata si trova a due passi dalla stazione di Milano Certosa, ed è punteggiata di capannoni abbandonati e villette che cadono a pezzi. L'anno scorso sono arrivati i primi nomadi reduci dallo smantellamento del campo di via Triboniano, gli stessi che avevano preso i soldi dalla giunta Moratti per tornare in Romania. Dopo aver gironzolato per un annetto forse hanno capito che ora potevano tornare e si sono installati in via Montefeltro 8, nell'ex stabilimento di Galileo Avionica, società del gruppo Finmeccanica.

Il nucleo si è rapidamente ingrossato fino a raggiungere i 200 individui. A quel punto l'area cominciava a scoppiare per cui i successivi arrivi sono stati dirottati nella vicina via Brunetti, al civico 26, in un vasto capannone che un tempo ospitava la Italmondo, grossa ditta di trasporti e logistica. Le loro fila si sono rapidamente ingrossate e anche qui adesso ci sono non meno di 200 persone. In totale dunque circa 400 nomadi che vivono nelle consuete condizioni: baracche fattiscenti, quintali di immondizia, macchine e camper di dubbia provenienza, alcune con svariati fori di proiettili, con decine di bambini che giocano tra topi e rifiuti.

Salerani ha lanciato l'allarme e portato la questione in consiglio di zona 8 ma con scarso successo: «Siamo stati poi costretti a votare contro la mozione di allontanamento perché la sinistra vi aveva incluso l'obbligo di trovare per questi individui una situazione abitativa stabile.

Ma come? Hanno preso i soldi per andarsene e adesso non solo sono tornati ma gli dobbiamo trovare una casa? Una funzionaria della polizia locale ci ha assicurato che lo sgombero delle due aree “È una priorità” ma non ci ha potuto assicurare sui tempi».

Nel frattempo i nomadi crescono di numero e crescono anche i furti nel «triangolo» via Espinasse, viale Certosa e via Sapri. Nel quartiere monta il disagio e la voglia di intervenire.

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