Tra impegno e pessimismo: il futuro (difficile) dei giovani

Le nuove generazioni sono pronte a rimboccarsi le maniche e a lavorare Ma quasi la metà è sottopagata e due su tre tornano a vivere dai genitori

Tra impegno e pessimismo: il futuro (difficile) dei giovani

Anche in tempo di crisi esiste offerta di lavoro tecnico, artigianale e nell'agricoltura. E i dati del «Rapporto Giovani» dell'Istituto Toniolo, di cui è presidente l'arcivescovo, Angelo Scola, «evidenziano come i giovani siano molto disponibili a svolgere tali tipi di lavoro, non solo come ripiego temporaneo ma come professione in cui trovare realizzazione personale, combinare manualità e creatività, ricevere una remunerazione adeguata». Così scrive la Diocesi nell'annunciare il convegno che questo pomeriggio avrà come tema centrale proprio il tema della disoccupazione. «Investire su chi ha perso l'occupazione: l'esperienza del Fondo Famiglia-Lavoro» è il titolo dell'appuntamento di questa sera alle 18 al Centro Congressi Cariplo in via Romagnosi.

I dati del Rapporto Giovani non sono rassicuranti. Il 60 per cento dei giovani tra i 18 e i 30 anni intervistati in tutta Italia - nonostante sia disposto ad adattarsi - teme che non riuscirà a migliorare la propria condizione entro i prossimi tre anni. Secondo il rapporto del Toniolo, che è l'ente fondatore dell'Università cattolica, i giovani non se ne stanno con le mani in mano e per evitare che la situazione di precarietà diventi cronica il 46,5% si adegua a svolgere un'attività non coerente con il proprio percorso di studi e il 47% accetta anche una remunerazione insoddisfacente.

Il dato più sconfortante è che il 70% dei giovani comunque non ce la fa e, dopo un periodo di studio e lavoro, torna a vivere con i genitori per mancanza di reali possibilità di lavoro e per evitare l'impoverimento. La causa di tante difficoltà lamentate dagli under trenta? Secondo i giovani, la “colpa” è soprattutto delle scelte delle imprese. Se il 19,1% ritiene che le scarse opportunità occupazionali siano da attribuire alla crisi, per il 37,3% la causa è da ricercare nei limiti delle imprese italiane che valorizzano poco il capitale umano; il 20,9% parla di carenti meccanismi di incontro tra domanda e offerta, il 5,2% ritiene che sia di principale ostacolo la preferenza di lavoro a basso costo degli immigrati; infine il 17,5% fa autocritica e insiste sui limiti dei giovani stessi che combinano poco formazione teorica ed esperienza lavorativa.

Al convegno interverranno il cardinale Angelo Scola, il ministro dell'Agricoltura, Maurizio Martina, Giuseppe Guzzetti, presidente della Fondazione Cariplo, Fabio Vaccarono, ad di Google Italia, Alessandro Rosina, demografo dell'Università Cattolica e coordinatore del Rapporto Giovani, monsignor Luca Bressan, vicario episcopale, Luciano Gualzetti, segretario del Fondo Famiglia Lavoro. A moderare Daniele Bellasio de «Il Sole 24 Ore». Commenta il professor Rosina: «I giovani che non trovano lavoro o che sono intrappolati nell'area grigia della precarietà, rischiano di scivolare nella povertà e di rassegnarsi a progetti di vita incompiuti. Se non si interviene aiutandoli a inserirsi in percorsi virtuosi di crescita si avranno conseguenze negative durature con alti costi individuali e sociali».

Il congresso è organizzato nel giorno della Natività della Beata Vergine

Maria, patrona del Duomo, giorno che segna l'avvio del nuovo anno pastorale. Al centro dell'attenzione il Fondo Famiglia Lavoro, grazie al quale sono stati raccolti e distribuiti 20 milioni di euro e aiutate 11mila famiglie.

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