«Incentivi anti-smog e tasse più leggere per chi non inquina»

Probabilmente il suo sarà uno degli assessorati più brevi della storia della Regione Lombardia, ma una cosa è certa: Leonardo Salvemini non è uno che perde tempo. Ambientalista convinto, ora che ricopre la delega all'Ambiente (al posto di Marcello Raimondi) cercherà di mettere a segno il maggior numero possibile di punti. Obbiettivo: abbattere del 20% il Pm10.
Assessore, quali sono le priorità per migliorare la qualità dell'aria?
«Sarebbe bene tornare alla politica degli incentivi. Nel prossimo bilancio è assolutamente necessario che la Regione trovi il modo per finanziarli».
Intende i contributi per chi deve sostituire l'auto?
«Anche. Non possiamo solo chiedere sacrifici ai cittadini, dobbiamo anche sostenerli. Soprattutto nei prossimi anni, quando in parecchi dovranno sostituire il diesel euro 3».
Eppure in questi ultimi anni la politica ambientale è stata fatta solo con i divieti: da quelli di circolazione ad Area C.
«E invece io penso anche a sgravi fiscali per chi ha un buon comportamento ambientale».
Tasse più leggere per chi non inquina?
«Sì. Si potrebbe pensare a una detrazione del 20% per chi usa meno i mezzi privati, per chi sostituisce la vecchia auto con una bifuel o una elettrica, per chi ha abbonamenti dei mezzi o riduce i consumi energetici».
Suona come un lavoro molto lungo da impostare.
«Vanno fissati i paletti per rendere misurabile un buon comportamento ambientale. A livello universitario ci siamo molto confrontati su questo tema a può funzionare».
Parlare di incentivi in epoca di tagli e spending review suona un po' strano. Andrà a Roma a battere cassa?
«Vado a Roma per impostare una buona politica ambientale. E poi come interlocutore ho il ministro Corrado Clini. Anche lui è un tecnico come me. Ci capiamo».
Assessore, appena insediato ha tenuto a battesimo il nuovo piano d'aria della Regione Lombardia. Un buon inizio no?
«Eccome. È il primo documento del genere in Italia. Puntiamo ad abbattere del 20% le polveri sottili entro il 2020, tenendo conto dell'«effetto catino» della Lombardia. Ovviamente il piano non è esaustivo, va migliorato».
Come intende procedere?
«Ascoltando le associazioni, i Comuni e i cittadini. Aspetto suggerimenti e proposte, purché non si tratti di critiche fini a se stesse».
Quindi vuole coinvolgere tutti nel lavoro dell'assessorato?
«Sì, come se ogni lombardo potesse essere assessore per un giorno. In fondo l'ambiente è di tutti e solo assieme possiamo raggiungere obbiettivi reali».
Però i risultati non possono essere immediati. Cioè, non basta più che le polveri sottili rientrino al di sotto dei limiti per qualche tempo?
«È proprio questa la sfida da lanciare. Il limite delle politiche sull'ambiente è che non si possono dare risposte subito. Ma dobbiamo renderci conto che avere un buon comportamento ambientale è un regalo che facciamo ai nostri figli».
Oltre all'aria, quali sono le altre priorità dell'ambiente?
«L'acqua. Nessuno si rende contro che quella è un'emergenza più urgente di quella dell'aria».
E poi?
«Poi c'è il problema dello smaltimento dell'amianto, assolutamente da risolvere.

E quello della microcriminalità agricola. Cioè di chi scarica abusivamente rifiuti, spesso pericolosi, nei campi a insaputa degli agricoltori. Ho intenzione anche di intervenire su quel fronte e di ripulire la cintura agricola attorno alle città».

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