Gli italiani leggono poco? I libri sulla religione si vendono ancora

Non ci sono più i numeri del cardinal Martini (che con una lettera superava il milione e mezzo di copie) ma il settore dell'editoria religiosa continua a tenere. Il 13,7% ha comprato volumi dedicati al culto o alla chiesa

Gli italiani leggono poco? I libri sulla religione si vendono ancora

I libri dedicati alla religione vanno forte. E l'interesse suscitato dalle prime apparizioni pubbliche del nuovo Papa promettono di consolidare questa tendenza. L'editoria religiosa conosce una nuova stagione di espansione. Certo, le cifre non sono più quelle di un tempo, quando una lettera del cardinale Carlo Maria Martini vendeva fino a un milione e seicentomila copie. Eppure, il settore continua ad avere un suo ragguardevole mercato, tanto da avere attratto, da ormai diversi anni, anche le case editrici laiche.

In generale, i lettori italiani non sono molti: la percentuale di coloro che leggono almeno un libro all'anno, secondo una ricerca Ipsos, si ferma al 46 per cento. Ebbene, scoprire in questo quadro che il 13,7% degli italiani ha letto un libro religioso è la conferma di una tenuta importante del settore. Un settore in cui i lettori cercano sia «un approfondimento della fede», sia - più genericamente - «un ampliamento culturale e la ricerca di un senso». Difficile, ma non impossibile, coniugare tutto ciò con il successo di mercato. Di questi temi si è parlato in Cattolica nell'ambito dell'incontro «Editoria e Fede. Dalla ricerca di senso al bestseller», promosso dal Master in Professione Editoria cartacea e digitale dell'Università milanese, in collaborazione con l'Associazione italiana editori.

Lo scenario è destinato a mutare, non solo perché la società è sempre più multiculturale e multireligiosa, ma anche per le nuove tecnologie e i diversi mezzi di comunicazione. Si potranno ottenere ancora buoni risultati di vendita con la «ricerca di senso»? Ai dati, presentati e commentati da Gianni Cappelletto, direttore editoriale della casa editrice Centro Ambrosiano e presidente dell'Unione Editori e Librai cattolici italiani, sono seguite le riflessioni degli editori. Di «epocale cambiamento di paradigma culturale» ha parlato Aurelio Mottola, direttore di «Vita e pensiero». Per Pierluigi Cabri, direttore editoriale di Edb, l'attuale crisi economica viaggia fianco a fianco con una perdita di identità - religiosa e culturale. Come rispondere? Con proposte chiare e coraggiose, e con un marchio editoriale garanzia di qualità.

Proprio nel rispondere al «bisogno di senso» sta una chiave del successo di mercato delle edizioni San Paolo che - ha spiegato il direttore editoriale Giacomo Perego - si sforzano di «abitare gli spazi di confine» con una produzione non esclusivamente spirituale e attenta ai cambiamenti: non è un caso l'apertura di uno «store» on line e l'investimento su una serie di «App» per la lettura della Bibbia: una «naturale conseguenza» della prima Bibbia in digitale, subito apprezzata dagli utenti del web: 10mila download nei primi dieci giorni, senza contare Amazon

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