Lezioni di Corano alla scuola pubblica

Corsi di lingua araba e religione. Due aule dell'istituto di via Asturie a disposizione di una cooperativa

Lezioni di Corano alla scuola pubblica

Una scuola di lingua araba e di Corano in una scuola pubblica. Nella Milano di frontiera scoppia un nuovo caso. Siamo in zona 9. Tutto nasce dalla cooperativa «Diapason», che ha chiesto di utilizzare due aule della scuola «Verga» di via Asturie. Per un laboratorio di lingua araba. E «per insegnare a memoria il Corano» aggiungono Pdl e Lega. La delibera è stata approvata a maggioranza. Ha votato a favore la sinistra. Hanno votato contro il centrodestra e l'Udc. La polemica è a tutti i livelli. «Intanto - spiega il consigliere comunale del Carroccio, Alessandro Morelli - c'è una disparità di trattamento con le altre associazioni del quartiere. Tutti chiedono spazi e strutture. Non a tutti viene convesso gratuitamente». L'anno scorso, in presenza di una richiesta identica, Morelli aveva interrogato l'allora vicesindaco, Maria Grazia Guida: «Mi rispose che la cosa non costava niente al Comune - ricorda oggi Morelli - una cosa assurda». Nella risposta della Guida pubblicata on line dai leghisti, in effetti, si legge che «unica spesa a carico del Comune è quella del riscaldamento». «La cooperativa ha accesso autonomo ai locali» precisava la vicesindaco, aggiungendo che «la pulizia delle aule viene eseguita dai genitori dei bambini frequentanti il laboratorio».

«In ogni caso - aggiunge Morelli - io contesto proprio l'impostazione. È chiaro che iniziative del genere fanno a pugni con l'idea dell'integrazione che sbandiera l'Amministrazione comunale. Io credo che sarebbero più utili corsi non solo sulla lingua ma anche sulla cultura e la storia italiana e milanese, anche perché molti dei figli di immigrati, in particolare quelli che non sono nati qui, difficilmente la conoscono, non per colpa loro». «Il corso - si legge nella relazione firmata dalla presidente di commissione Antonella Loconsolo - è di lingua e cultura, e affianca all'apprendimento della lingua anche nozioni di storia, geografia e matematica». «In realtà - spiega il consigliere di zona del Pdl Gabriele Legramandi - sono stati distribuiti volantini in lingua. I miei colleghi li hanno fatti tradurre scoprendo che si parla anche di lezioni di Corano, lezioni mnemoniche, per bambini piccoli». «D'altra parte - aggiunge - la presidente della zona (Beatrice Uguccioni del Pd, ndr) ha presentato un emendamento che sancisce formalmente il fatto che ci sia anche questo tipo di attività. I consiglieri della maggioranza sono tutti favorevoli», dice Legramandi. Un consigliere di Fratelli d'Italia ha presentato un emendamento di segno opposto, allegando il volantino. La commissione ha votato a favore a maggioranza «considerata la valenza culturale dell'iniziativa», «la gratuità», e «considerato che numerosi studi testimoniano che coltivare la lingua madre facilita, anziché ritardare, l'apprendimento corretto della lingua del paese ospitante».

«Ma, per capire il clima in cui si è parlato di questa iniziativa - dice ancora Legramandi - posso riferire il fatto che nel corso della discussione in commissione ho chiesto più volte chiarimenti - semplici chiarimenti e non critiche di principio sulla fede islamica - che non mi sono stati dati.

La presidente di commissione, che è di Sel, non intendeva lasciarmi parlare. E avendo io insistito sono stato insultato da altri due componenti la commissione, che mi hanno mandato a quel paese dandomi del “ciellino”, cosa che peraltro neanche sono».

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