Il leader della moschea di via Padova Mahmoud Asfa sarà in Duomo, sabato, per accogliere il papa nella sua prima visita a Milano. «Gli daremo il benvenuto e lo ringrazieremo per le sue parole». Asfa intanto prepara una lettera importante destinata a Bergoglio e contenente un appello: «Ci aiuti lui. Intervenga per chiedere una soluzione al problema della nostra moschea».
La visita di Francesco si annuncia come un evento di straordinaria rilevanza non solo per la Milano cristiana, dunque, tanto che nella Casa della cultura musulmana d via Padova l'arrivo del papa in città sarà al centro del sermone del prossimo venerdì, vigilia dello storico incontro.
Asfa è stato invitato con una mail firmata dal vicario episcopale Luca Bressan. E, in casa Asfa, non è stato l'unico destinatario dell'invito: insieme a lui sarà presente nella cattedrale anche la figlia Nibras, 22 anni, studentessa di giurisprudenza alla Statale. «Ho ricevuto un invito indirizzato a me e a mia figlia - spiega - ci saranno rappresentanti di ogni confessione. Mia figlia Nibras, poi, ha partecipato al recente incontro che il centro culturale di Milano ha promosso in attesa di Bergoglio. Nibras ha parlato delle dichiarazioni che ha fatto negli ultimi mesi: parole accolte anche dai nostri giovani in modo straordinario, quelle su Corano e Vangelo e sul no alla guerra di religione. Nibras ha concluso dicendo: Lo considero come mio nonno. E per un musulmano il nonno è la figura più importante della famiglia, la più saggia, quella che tutti apprezzano, la persona più cara e rispettata. Ha usato queste parole e per questo, forse, è stata chiamata».
Quella di Asfa è una figura chiave nella comunità islamica a Milano. Il direttore della Casa di via Padova 144 da sempre partecipa a iniziative ed eventi interreligiosi. E tesse un dialogo altrettanto fecondo con le istituzioni della città, politiche e non solo. Un impegno, questo, che gli è valso l'Ambrogino d'oro. Da molti anni, inoltre, coltiva una posizione autonoma rispetto al coordinamento dei centri islamici. Una posizione improntata alla moderazione e all'equilibrio istituzionale, senza passi indietro sostanziali su un terreno che considera irrinunciabili, quello del luogo di culto. Ecco dunque la lettera-appello: «Faremo un appello per la moschea, visto che i nostri politici hanno fallito - spiega - Bisogna avere un intervento dei nostri politici regionali e comunali e noi cogliamo l'occasione facendo appello al papa di intervenire chiedendo di trovare una soluzione per costruire un luogo di culto di questa comunità di 100mila persone. È la figura più giusta per questo intervento. La nostra comunità lotta da 25 anni.
Questa è l'occasione d'oro per dire basta con leggi e leggine create per complicare la vita di una comunità composta da persone che contribuiscono alla sviluppo della città, pagano le tasse, lavorano come tutti e come tutti meritano di avere un luogo degno di questo nome. Gli saremo grati se lo farà e se sarà realizzata. Riponiamo tanta speranza in lui. Speriamo che tante cose fioriscano con la sua visita».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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