L'Isis finanzia scuole in Kosovo attraverso le Ong

Sono 50 le Ong che finanziano asili e scuole con i soldi degli jihadisti. Dal Kosovo 300 combattenti partiti per unirsi ai tagliagole ad Al-Bahgdadi

L'Isis finanzia scuole in Kosovo attraverso le Ong

Per fare la guerra santa è bene partire dall'educazione. Soprattutto quella di asili e scuole prescolari, dove è si può iniziare a fare proselitismo jihadista. Occorre quindi finanziarle per far si che al loro interno si insegni il radicalismo islamista. In Kosovo sono numerosi gli asili, le scuole e i collegi che vengono finanziate da gruppi di terroristi e lo fanno attraverso delle Organizzazioni non governative. Esatto, quelle Ong create dopo la guerra del 1999 e che si sono rapidamente legate agli imam radicali locali. In questo modo fiumi di denaro vengono riversati dal terrorismo internazionale nelle scuole kosovare. Si calcola che siano arrivati circa 35 milioni di euro da Arabia Saudita, Libano, Libia, Emirati Arabi, Qatar.

C'è anche una scuola con la licenza dal 2006, quindi riconosciuta dal governo locale atraverso il ministero dell'Educazione: è la "Flori del giornò" di Pristina, il cui proprietario avrebbe anche legami con terroristi in Bosnia e in Iraq. Ma sono ben 50 le Ong inserite nel documento dell'intelligence straniera citata dal quotidiano Koha come anello di congiunzione tra fondamentalismo islamico e educazione al radicalismo in Kosovo. Con la qualifica di Ong mantengono la facciata pulita davanti ad operazioni illegali: prima portano cibo e sostegno sanitario, poi i versetti di Allah e l'incitamento alla violenza. La cooperazione, infatti, parte solo dopo la costruzione di una moschea. Poi l'indottrinamento è immediato: corsi sul corano e prediche sui dogmi dell'Islam.

Come scrive in un reportage da Pristina Alessandro Albino su Lettera43, "allo studio della religione – secondo l'intelligence - vengono affiancati addestramento militare, insegnamento di tattiche di guerriglia urbana, uso di armi ed esplosivi". Dopo le scuole superiori, chi non va a studiare nei paesi arabi finanziatori delle Ong, imbracca il fucile e viene inviato al fronte per combattere al fianco dei guerriglieri dell'Isis. La paga è alta, molto più di un normale stipendio in Kosovo: 300 euro per chi rimane a Pristina, 30mila per chi sceglie la Siria e l'Iraq. Secondo le autorità, al momento, circa 300 cittadini del Paese balcanico hanno partecipato ai combattimenti in diversi luoghi controllati dall'Isis e 40 di questi sono morti in battaglia. Altre 32 sono state da poco arrestate e sospettate di aver avuto contatti con lo Stato islamico. A settembre 15 reclutatori di integralisti islamici disposti a combattere a fianco dell'Isis e di Al Nusra in Siria e Iraq sono finiti in manette, tra cui il leader del partito islamico Fuad Ramiqi e 12 imam di varie regioni.

L'allarme terrorismo si fa sempre più vicino all'Europa e all'Italia. Il Kosovo è a maggioranza mussulmana, e sarebbero 50mila i combattenti pronti ad impugnare le armi per lottare contro l'infedele. Cioè noi.

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