L'uomo a cavallo di Leonardo da Las Vegas a corso Magenta

Esposta per la prima volta in Italia la scultura equestre L'originale in cera attribuito al genio è siglato sul retro

Marta Bravi

Sarà esposta a due passi dalla Casa degli Atellani dove il genio amava passeggiare circondato dalle sue vigne. Stiamo parlando dell'opera «Horse and rider», la scultura in bronzo raffigurante il governatore francese Charles d'Amboise attribuita a Leonardo da Vinci, che per la prima volta arriva in Italia. Si tratta del calco del bozzetto di cera realizzato da Leonardo tra il 1508 e il 1511 come studio per la scultura equestre del governatore di Milano. Bene, l'opera sarà esposta all'Institut Français (Palazzo delle Stelline, corso magenta 63) grazie all'entusiasmo i due collezionisti americani, Jim Petty e Rod Maly.

La storia: la statua di «cavallo e cavaliere» di 28 cm alla morte del genio finì, come le sue carte, nella villa di Vaprio d'Adda dell'allievo Francesco Melzi fino agli inizi del Novecento. Venne ceduta alla collezione Sangiorgi di Roma - ricorda Ernesto Solari, studioso di Leonardo e curatore della mostr - e nel 1920 vendita a un collezionista ignoto che la portò probabilmente in svizzera. Nel 1985 Carlo Pedretti, uno dei maggiori studiosi di Leonardo, convinto della sua attribuzione suggerì a David Nickerson, direttore del Mallet di Bourdon House di Londra, di acquistarla e farne uno stampo, perché era di Leonardo e l'originale stava perdendo qualche pezzo. Nel 1987 lo stampo viene venduto a Richard Lewis, che a suo volta fa realizzare la statuetta in bronzo, che l'anno scorso ha venduto agli americani.

«Horse and rider» sarà esposta dal 25 novembre al 23 dicembre accanto un'altra opera scultorea attribuita Leonardo, la «Testicciola di terra», realizzata tra 1497 e il 99.

Secondo lo storico Franco Cardini si tratterebbe di un monumento funebre. Diversi gli indizi che portano a questa interpretazione: il cavallo viene ritratto mentre fa una «groupade», ovvero sta disarcionando il cavaliere a indicare che l'animale è spaventato: sta scendendo verso gli inferi. Non così il cavaliere, Charles d'Amboise, che viene ritratto con l'aria serena e gli occhi chiusi, la mano sul cuore: il governatore di Milano si sta accomiatando da suoi cari. Infine si può notare il cosciale a forma di conchiglia: simbolo del viaggio, in questo caso senza ritorno.

Così se Cardini lascia aperto uno spiraglio al dubbio sull'attribuzione a Leonardo - «manca la prova definitiva provata» - per Ernesto Solari, curatore della mostra e studioso del Vinciano, invece, si tratterebbe di un'opera autentica, in quanto siglata. Secondo lo studioso, infatti, si potrebbero vedere sul modellino di cera le iniziali di Leonardo, la «L» e la «V» rovesciata, che si trovano anche nel foglio del codice Ashburnam e che anche in altre quattro opere, tra cui la «Testicciola di terra» che è presente in mostra. Tra gli elementi in comune alle due opere: è la prima volta che vengono esposte in Italia, provengono entrambe da collezioni private e sono appunto «siglate».

La «Testicciola», realizzata tra il 1497 e il 1499 raffigura il giovane Salaì, allievo e compagno di Leonardo nei panni di un giovanissimo giudeo o volto di Cristo fanciullo, è stata oggetto di una pubblicazione presentata in occasione di Expo.

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