Mamma della candidata inneggia ad Hamas Si apre il caso Sumaya

Polemiche sulla dirigente dei centri islamici Sala: «Verificherò». Centrodestra all'attacco

Alberto Giannoni

«Imbarazzante» lo definisce Matteo Salvini. Ma sul caso interviene tutto il centrodestra milanese, dall'azzurro Pietro Tatarella al centrista Matteo Forte. La candidatura di Sumaya Abdel Qader resta sotto i riflettori e torna a suscitare le reazioni polemiche degli avversari e gli imbarazzati silenzi del Pd, mentre nell'area di centrosinistra si moltiplicano le voci critiche o perplesse. Tanto che qualcuno dice: «Abbiamo un problema».

L'ultimo capitolo della vicenda si è aperto ieri, grazie a un articolo on line del Giornale, che ha riportato una inquietante galleria di foto tratte dal profilo facebook di Zubayda Khalil, madre della Abdel Qader. «Imbarazzante» ha sintetizzato il leader leghista riprendendo la notizia. Ma non è stato certo l'unico a reagire. Non meno preoccupato il consigliere comunale centrista Matteo Forte, che ha chiamato in causa il candidato sindaco del Pd Beppe Sala: «Il profilo Facebook della mamma di Sumaya Abdel Qader, futura consigliera Pd in caso di vittoria di Beppe Sala - ha detto Forte - è pieno di post e immagini dove Zubayda Khalil inneggia alla resistenza palestinese, ad Hamas e alle brigate Ezzidin al-Qassam, braccio armato dell'organizzazione islamista». «Continuano ad emergere elementi imbarazzanti per Sala che si scopre sempre più accerchiato dal peggior islamismo politico e fondamentalista» ha aggiunto. L'episodio, infatti, arriva dopo una serie di forti polemiche, in cui non sono mancate le immagini del padre di Sumaya insieme al deposto premier egiziano Morsy, o le discutibili parole del marito a proposito di Israele, o ancora la foto (pubblicata da Matteo Forte) che ritrae la candidata che esibisce un premio assegnato a Colonia nella sede di Milli Gorus, associazione turca che in Germania è citata in una «black list» governativa e a Milano aderisce al Caim ed è parte di un progetto per la costruzione della moschea al Palasharp.

Nessuna campagna ad personam, dunque, ma un quadro di relazioni da cui emerge una collocazione culturale piuttosto controversa. Comunque problematica per il Pd, che ha al suo interno importanti esponenti della comunità ebraica o fautori di un «islam laico»alternativo a quello targato Caim. Appurato questo corto circuito, il problema si sposta su Sala e sul Pd. «Prima che il loro silenzio diventi assordante, Sala e i suoi alleati dovrebbero dire la loro» ha avvertito ieri Pietro Tatarella, capogruppo uscente di Forza Italia. «Io mi aspetto una presa di distanza di Salanei confronti della candidata del Pd Sumaya Abdel Qader» ha dichiarato Riccardo De Corato (Fdi).

E la risposta di Sala infine è arrivata: «Non ho visto - ha detto - Anche per rispetto a Sumaya fatemi verificare prima di commentare» ha preso tempo il candidato, dopo aver promesso la chiusura delle mosche abusive come via Cavalcanti.

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