«Milano è già Far West E il sì al referendum affossa la Lombardia»

«Non vedo discontinuità tra Pisapia e Sala Il patto con Renzi coinvolga anche le zone»

Sabrina Cottone

Onorevole Mariastella Gelmini, com'è andata la riunione dell'opposizione a Sala?

«Siamo all'opposizione ma siamo maggioranza in cinque zone, con presidenti che stanno lavorando duro».

Sulle strategie siete d'accordo su tutto?

«Il dato significativo è la riunione di coalizione, che c'è stata anche per parlare di alcune frizioni. Ci rimettiamo insieme per un percorso comune».

Quale percorso comune?

«Concentrarci sui temi più sentiti dai cittadini. Abbiamo cercato di darci un metodo per lavorare a stretto contatto come coalizione. Abbiamo ascoltato i consiglieri di zona in trincea».

Immagino si sia parlato molto di sicurezza.

«I milanesi sono esasperati perché non c'è discontinuità fra Pisapia e Sala. In pieno centro, in corso Sempione, avvengono aggressioni alle forze dell'ordine. Ci sono bande di latinos che procedono a colpi di machete, nordafricani che non permettono normali procedure di controllo. Non può esserci il Far West a Milano, causato dal lassismo del Pd».

Quali sono le vostre proposte per risolvere il problema?

«Abbiamo chiesto in consiglio un pattugliamento serrato per presidiare il territorio e garantire sicurezza e ordine pubblico in Stazione centrale, via Aldini, al Giambellino, alla Caserma Montello. Purtroppo i nostri consiglieri di zona lamentano un'interlocuzione difficile con l'assessore alla Sicurezza».

Veniamo all'immigrazione. Com'è possibile garantire un'integrazione vera?

«Agendo all'opposto di Majorino, Sala e Renzi. Loro confondono richiedenti asilo e profughi, che hanno diritto di stare, con gli immigrati economici, che diritto non ne hanno. Siamo per accelerare procedure di identificazione e dare accoglienza vera, non precaria, a chi ha diritto».

Il centrodestra è contrario all'accoglienza nelle caserme e nell'area dell'Expo. Allora dove?

«Siamo contrari ai grandi centri, perché rendono difficile gestire gli immigrati, che vanno distribuiti con il metodo dell'accoglienza diffusa, opposto a quello di Sala. Nell'ultimo consiglio comunale anche molti cittadini hanno protestato».

Il timore di un rafforzamento dell'area C, il blocco di Piazza Castello, i disagi sui cantieri della M4. Temi che esasperano molti.

«C'è stata una timida apertura di Sala su piazza Castello: ci auguriamo che si riapra l'area. Siamo per alleggerire l'area C e intervenire con defiscalizzazioni e risarcimenti per limitare i danni che i commercianti subiscono da tutto questo».

Un giudizio sul Patto per Milano firmato da Renzi con Sala.

«Anche i municipi dovrebbero partecipare all'elaborazione del patto Milano. Speriamo non ci sia un mancato coinvolgimento perché i presidenti sono di centrodestra».

C'è stata sorpresa al vertice per l'assenza di Parisi.

«In realtà Parisi era giustificato, perché aveva impegni su Roma e la riunione è stata convocata in fretta e furia e non è stata colpa sua. Lui è sempre presente in consiglio».

Forza Italia è schierata per il no, ma i sondaggi dicono che una quota di elettori azzurri è intenzionata a votare sì, soprattutto al Nord.

«I sondaggi vanno presi con le pinze. Sono convinta che i nostri elettori voteranno no, ma sicuramente dobbiamo fare una grande campagna per spiegare le ragioni del no. La riforma non è un cambiamento ma un grande pasticcio».

Vede un allarme specifico per Milano e Lombardia?

«Mentre rimarrebbero le Regioni a statuto speciale, la Lombardia, regione virtuosa, verrebbe molto penalizzata perché i rapporti con lo Stato sarebbero governati da una clausola di supremazia.

Peggio del titolo V: la Corte costituzionale dovrebbe fare gli straordinari per i conflitti di competenza! Votare no non significa gettare il Paese nel caos ma evitare che nei prossimi dieci anni l'Italia paghi gli errori di Renzi».

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