Coronavirus

"Attenzione, devi stare qui..." Cosa cambia in metropolitana

Prime idee per gestire la fase 2 sui mezzi pubblici. In modo da contenere il rischio di contagio tra i passeggeri

"Attenzione, devi stare qui..." Cosa cambia in metropolitana

Durante la fase 2 uno degli aspetti da tenere sotto controllo nelle città e in particolare a Milano riguarda l’utilizzo dei mezzi pubblici e in particolare della metropolitana. Il rischio che un uso errato possa aumentare i contagi tra gli utenti è molto marcato e il capoluogo lombardo sta cercando di correre ai ripari. Una delle prime iniziative che sembra verrà adottata sui convogli è quella relativa a dei grossi fondi adesivi a sfondo rosso con impresse due suole di scarpe di colore bianco. Correlate da una scritta inequivocabile: “Stai qui”.

I cerchi rossi in metropolitana

Come sottolineato dal Corriere, per il momento l’idea è ancora in fase di test, ma dovrebbe aiutare a gestire la situazione a bordo dei treni metropolitani dell’Azienda tranviaria milanese. Secondo quanto ideato, i cerchi dovrebbero aiutare i passeggeri al distanziamento sociale, così da evitare la possibilità di contagio. Dal 4 maggio infatti, molti saranno i lavoratori che torneranno sul loro posto di lavoro, ossia coloro che non possono svolgere la propria attività in smart working direttamente da casa. Un numero elevato di questi soggetti userà per spostarsi da una parte all’altra della città i mezzi pubblici, che, sia per quanto riguarda Atm che Trenord, dovranno contingentare gli ingressi.

Milano ha circa 1 milione e 400mila abitanti, oltre a un milione di persone che raggiungono il capoluogo lombardo per lavoro e studio e ai 3,2 milioni della Città metropolitana. In base a questi numeri è necessario cercare di rivedere gli orari di esercizi commerciali, uffici, aziende, università, in modo da evitare che tutti si muovano durante le stesse fasce orarie, cercando così di scaglionare i movimenti in vari momenti della giornata e della settimana. Una delle possibilità ancora al vaglio è quella di spalmare l’attività lavorativa su sette giorni, compresi il sabato e la domenica, e non più solo su cinque. Trenord intanto ha aperto un confronto con industria e università per rendersi ben conto dei flussi di passeggeri che utilizzano i treni.

Rivedere gli orari di ingresso e uscita

Il Comune di Milano sta pensando di allargare la fascia oraria in cui un dipendente può accedere al suo lavoro. Sia a livello individuale, i 15mila dipendenti potrebbero poter entrare fino alle 11, sia a livello territoriale coordinandosi con le altre grandi aziende. Confcommercio Lombardia si è detta certa che si troveranno soluzioni adatte, rivedendo gli orari di apertura, che saranno probabilmente diversi a seconda delle categorie, come ha sottolineato il vicepresidente Carlo Massoletti. “Per primi si attiveranno gli ingrossi per il rifornimento, i grandi uffici e gli esercizi pubblici che li servono. Poi i negozi”.

Anche in questo ultimo caso le aperture dovranno essere differenziate, anche in base alle esigenze della clientela che ne usufruisce. Partendo dal presupposto che un ferramenta richiede orari diversi di apertura rispetto a un negozio di abbigliamento.

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