Per i musulmani sciiti l’ashura è la festa religiosa più importante, celebrata tra flagellazioni, preghiere e lacrime. L’ashura – decimo giorno in lingua araba – è il giorno in cui secondo la tradizione islamica ricorre il salvataggio di Mosè ad opera di Allah.
E anche Milano è andata in scena la festa dei musulmani, che si sono riversati numerosi nel piazzale della Stazione Centrale per rendere omaggio, in una manifestazione autorizzata (si presume lo sia) dall’amministrazione Sala. Una dimostrazione che ha visto protagonisti tanti uomini, donne velate e anche bambini. Ma anche tanti striscioni in arabo e anche qualche sinistra bandiera nera. E la mente non può che andare a quelle appunto nere dell’Isis.
"Sicuramente non c’entrano niente con lo Stato Islamico, ma è inquietante come impatto vedere quelle bandiere di colore nero con le scritte in arabo nel cuore di Milano. Immaginate solo cosa possa aver pensato un turista appena arrivato in Stazione Centrale per la Fashion Week: esce sul piazzale e si trova davanti una manifestazione così. Ecco, non il miglior biglietto da visita". Paolo Grimoldi, deputato della Lega e segretario nazionale della Lega Lombarda, la commenta così.
Per l’esponente leghista, raggiunto telefonicamente da ilgiornale.it, autorizzazione o non autorizzazione fa poca differenza: "Il diritto di manifestare è sacrosanto e nessuno lo tocca, ma ci sono anche le regole della convivenza. E mi chiedo se non fosse stato più opportuno organizzarla in una zona più consona e magari anche in un’altra data…".
E, in effetti, non pochi passanti di passaggio sotto il Pirellone sono rimasti basiti dalle scene, non aspettandosi un evento del genere in una zona che peraltro ha già problematiche importanti a livello di pubblica sicurezza. Perciò Grimoldi punzecchia Palazzo Marino: "Invito il sindaco a farsi un giro lì in mezzo. Poi, dico: il Pd riesce a litigare sulle cene e a fare polemica su un cane 'fascista' ma autorizza una manifestazione con bandiere nere e con un atteggiamento sintomo della voglia di imporsi della comunità islamica a casa nostra. Mi chiedo se Milano sia la città della moda o quella dell’Islam…".
E chissà Matteo Salvini dal Viminale cosa ne pensa. Nel mentre, però, il ministro dell’Interno e la squadra leghista di governo avevano già messo in agenda una stretta su raduni di questo tipo: "Bisogna mettere regole e paletti: questo è il nostro intento. Per esempio – ci racconta in ultimo Paolo Grimoldi - vogliamo che tutte le manifestazioni in territorio italiano si tengano in aree non sensibili e non di passaggio e che siano con lingua e scritte in italiano.
Perché le forze dell’ordine – che non sono tenute a sapere l’arabo – devono sincerarsi che su bandiere, striscioni e stendardi non ci sia scritto nulla di grave e di pericoloso. Insomma, succede anche allo stadio, non vedo perché non debba essere così anche nelle strade delle nostre città…".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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