Morto durante l'arresto: gli agenti rischiano 7 anni

Michele Ferrulli fu colpito da infarto dopo l'intervento della polizia Assolti in primo grado, per due di loro il pg chiede una pena severa

Luca Fazzo«Il lavoro della polizia non è facile, è rischioso, corre sul filo del rasoio». Così il procuratore generale Tiziano Masini ieri, nella sua requisitoria, rende omaggio alla dura vita delle Volanti. Ma per il pg, il rispetto per la figura del poliziotto non può e non deve giustificare chi non ha fatto il proprio dovere. E quella notte di giugno del 2011, davanti all'Ortomercato, il dovere dei poliziotti era rispettare Michele Ferrulli, quell'omone grande e grosso che schiamazzava e teneva la musica troppo alta, e che dopo il loro arrivo si mise a sbraitare, a insultare, a rifiutare di dare i documenti. E che, quando i poliziotti lo stesero faccia a terra, «in quattro contro uno» venne stroncato da un arresto cardiaco.É un processo delicato e complesso, quello che si avvia alla conclusione davanti alla Corte d'assise d'appello. In primo grado i quattro poliziotti vennero assolti con formula piena: per i giudici non c'era prova nè che avessero picchiato Ferrulli nè che la morte dell'uomo fosse la conseguenza delle manovre fatte per immobilizzarlo. Ma ieri Masini chiede di ribaltare quel verdetto, partendo da un assunto: Ferrulli non poteva essere arrestato, perché non stava commettendo nessun reato grave; il suo fermo fu dunque illegittimo: e di conseguenza tutti i comportamenti successivi dei poliziotti non possono essere giustificati. La sentenza che li assolse in primo grado, per Masini è una sentenza «a due velocità»: le prove, le testimonianze, le registrazioni furono credute quando confermavano la versione degli agenti, ma tralasciate quando invece smentivano le dichiarazioni dei quattro imputati.C'è un dato di fatto, ineliminabile: Ferrulli fino a quando non arrivò la Volante era vivo e vegeto, e quattro minuti dopo era morto; ma è altrettanto certo che l'uomo non venne stroncato dalle percosse, ma dalla «tempesta emotiva» scatenata dalla tensione per il fermo. Ieri il pg Masini chiede la condanna di tutti gli imputati, ma con una richiesta che rispecchia la complessità della vicenda. Per i due agenti della Volante Mecenate, che arrivarono a fermo ormai avvenuto, ha chiesto che la accusa di omicidio preterintenzionale venga derubricata in omicidio colposo «per eccesso colposo dei mezzi di contenzione», e che siano condannati rispettivamente a dieci mesi e ad otto mesi, con la condizionale. Per i due poliziotti che per primi intervennero in via Varsavia e fermarono Ferrulli, Michele Luchetti e Francesco Ercoli, ha chiesto invece la condanna a sette anni di carcere per omicidio preterintenzionale; ma, con scelta inconsueta, ha offerto «in subordine» alla Corte una soluzione alternativa, chiedendo che anche loro vengano riconosciuti colpevoli solo di eccesso colposo, e siano condannati rispettivamente a un anno e a quattordici mesi.

La sentenza il 12 aprile: e la Corte dovrà tenere conto anche dell'ultima perizia medico legale, spiegata in aula ieri dalla professoressa Cristina Riva, secondo cui i segni sul corpo della vittima raccontano colpi di «di entità estremamente modesta» e «irrilevante ai fini del determinismo causale dell'evento morte».

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