Il portavoce del Caim, il coordinamento delle associazioni islamiche che ha tra i soci il contestato centro di viale Jenner, ieri si è sfogato su Facebook. «Con la proposta di legge sostenuta in Consiglio Regionale da Lega, Forza Italia, Fdi e Ncd si cerca di porre condizioni che renderebbe di fatto impossibile la realizzazione di moschee». Davide Piccardo riporta il caso di Sesto, dove è già aperto il cantiere per una moschea con ristorante e minareto, ma se passasse il maxi-emendamento che pone tra i vincoli la procedura di Valutazione ambientale strategica (con le osservazioni dei cittadini), obbligo di parcheggio, parere delle forze dell'ordine e molto altro, questo e i progetti a venire avrebbero il semaforo rosso. «L'avvocatura della Regione ha già fatto notare come la maggior parte dei contenuti siano incostituzionali» sfida Piccardo. Che parla di Segrate ma è concentrato su Milano. Oggi, regalo di fine anno, il Comune pubblicherà il bando per assegnare tre aree pubbliche a luoghi di culto. Si tratta degli ex bagni pubblici di via Esterle (zona via Padova), l'area dietro all'ex Palasharp e un terreno in via Marignano (zona San Donato). «É un bando per tutti i culti» ha reagito ieri a domanda sulle moschee il sindaco Giuliano Pisapia. Ma ci sarà scritto che due aree su tre potranno andare alla stessa religione, e se tanto mi dà tanto. Ieri è stato pubblicato l'elenco delle associazioni ammesse all'Albo dopo la riapertura dei termini. Solo i 52 iscritti possono partecipare alla gara: le sigle islamiche sono 14, dalle comunità moderate di via Padova e via Meda ai centri di viale Jenner, via Maderna e via Quaranta. Riammessa in extremis (grazie allo spostamento della scadenza) l'unica moschea già esistente, quella che è al confine tra Segrate e Milano, ma ricade sotto questa amministrazione. Tra i candidati alle aree, la chiesa evangelica è quella che conta più iscritti, 18 su 52. Nove le associazioni dei Testimoni di Geova, meno numerosi gli induisti, buddisti, cristiani coopti, ortodossi e cristiani luterani. «Mentre gli islamici "moderati" come l'imam Shwaima di Segrate ci raccontano che le donne possono essere picchiate per correggere i loro comportamenti non consoni - attacca illeghista Alessandro Morelli - Pisapia e la sinistra lanciano l'ennesima assurdità ai danni dei milanesi.
A questo punto mi chiedo dove siano finite tutte le femministe che fanno parte della loro compagnia». Fabrizio De Pasquale (Fi) anticipa il ricorso con i residenti di via Padova: «Ci appelleremo anche alla mancanza di un piano parcheggi adeguato nella zona, una moschea creerebbe il caos».
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