Da Luciano Muhlbauer a Ombretta Fumagalli Carulli. Il problema si potrebbe anche sintetizzare così. Da un lato il «veterano rosso» del Consiglio regionale, comunista non pentito ed esponente di Rifondazione comunista, dall'altro la ex dirigente del Ccd e docente di diritto ecclesiastico, democristiana non pentita. Stanno nella stessa coalizione, quella che punta a conquistare la Lombardia con il Pd. Possono governare insieme? É la scommessa di Umberto Ambrosoli (così come è stata la scommessa di Giuliano Pisapia): portare al Pirellone l'ala «arcobaleno» della coalizione - che nel 2010 sosteneva la candidatura di Vittorio Agnoletto - e la nicchia moderata che ha abbandonato l'Udc per allearsi con la sinistra. Il «diavolo e l'acqua santa», insomma, politicamente parlando (è ognuno è libero di assegnare i due ruoli alle due ali della coalizione).
Muhlbauer si ripresenta come alfiere di «Etico a sinistra». La Fumagalli Carulli come sostenitrice del Centro popolare, la formazione scissionista di Enrico Marcora, consigliere regionale uscente per l'Udc. Quale sia la portata dell'impresa affidata alle (politicamente) gracili spalle di Ambrosoli lo si capisce anche dalle dichiarazioni dello stesso Marcora, che un paio di giorni fa, in un'intervista alla «Repubblica», ha rivendicato il «merito» di aver escluso dalla coalizione di centrosinistra i Radicali - che come si sa hanno dovuto optare all'ultimo momento per una corsa solitaria che non è andata a buon fine per la difficoltà nella raccolta delle firme. Probabilmente Marcora ha millantato un po' la reale portata del suo veto anti-Radicali. L'intesa infatti è saltata a causa del veto posto da Ambrosoli al nome scelto da Marco Pannella per la sua lista («Amnistia, giustizia e libertà»). A tutti è apparso chiaro che l'intesa non l'ha voluta il Pd. In ogni caso, di chi fosse il veto (Marcora, Ambrosoli o Pd) le idee radicali uscite dalla porta potrebbero rientrare dalla finestra, facendo breccia in alcuni candidati «civici» e della sinistra. Ora va detto che la «lista Ambrosoli» non ha un programma suo: fa proprio il programma dell'aspirante-governatore. Ogni candidato del patto civico dunque porta un suo «contributo». E in questi contributi i candidati a caccia di visibilità e preferenze danno giustamente spazio alla fantasia: i luoghi di culto per le religioni minori - leggesi moschee - sono solo un esempio. Un altro è una dichiarazione pro testamento biologico diffusa pochi giorni: auspicava che la sanità regionale recepisse i registri comunali, costituiti o in via di costituzione.
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