Muore la moglie, novantenne si lascia morire al suo fianco

Muore la moglie, novantenne si lascia morire al suo fianco

«Non posso vivere senza di te, amore. Nemmeno un minuto in più». In tempi aridi, densi di sentimenti liquidi e popolati da relazioni di coppia spesso allergiche ai legami troppo stretti o comunque esclusivi, può sembrare assurdo, irreale che qualcuno decida di suicidarsi dopo la morte della «compagna di una vita». Così ci approcciamo incerti, cauti, ma molto rispettosi e ammirati alla vicenda umana di un uomo di 92 anni che, dopo aver trovato la moglie 91enne deceduta improvvisamente in casa, ha deciso di raggiungerla subito, assumendo dei farmaci, per non restarle lontano «nemmeno un minuto», come ha scritto in una lettera datata «13 aprile, ore 7.30».

La tragedia amorosa si sarebbe consumata appunto giovedì mattina - come si desume dalla missiva -, in un appartamento di piazzale Cuoco, in zona Vittoria. Tuttavia i cadaveri sono stati rinvenuti solo nel tardo pomeriggio di ieri dagli operatori del 118, dopo che alcuni conoscenti dell'anziana coppia hanno lanciato l'allarme perché da qualche giorno non riuscivano a contattarla. Quando medici e poliziotti sono riusciti a entrare nell'abitazione dei due, i cadaveri erano sul letto: lei sotto le coperte, lui accanto, nessun segnale di sofferenza.

Scriveva Virgilio nelle «Bucoliche»: Omnia vincit amor et nos cedamus amori (L'amore vince tutto, e noi cediamo all'amore). Sì. Pur con tutto il rispetto del dolore che ogni morte si porta dietro, per fortuna sì, succede ancora.

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