No ai graffiti, il Comune spara a salve

No ai graffiti, il Comune spara a salve

Su un punto sono tutti d'accordo: manca poco più di un anno ad Expo e Milano deve presentarsi (almeno) con un aspetto decente. L'emergenza graffiti è palese, se non risolta, va almeno tamponata. Qualche giorno fa si sono seduti intorno a un tavolo l'assessore ai Lavori pubblici Carmela Rozza, il ministro alle Infrastrutture Maurizio Lupi, esponenti di Confcommercio (le saracinesche sono uno dei bersagli preferiti per tag e scarabocchi), Assoedilizia e Anaci (associazione nazionale amministratori di condominio). L'unione fa la forza? L'esercito dei writers è composto da migliaia di «soldatini» armati di bombolette spray, lavorano soli o organizzati in crew (le bande), arrivano anche dagli altri Paesi per filmarsi mentre imbrattano i vagoni del metrò. Comune, governo e i soggetti più coinvolti hanno iniziato a mettere sul tavolo alcune proposte, si rivedranno dopo Pasqua per definire la strategia. Ma il presidente di Assoedilizia, Achille Colombo Clerici, è convinto che dal Comune debba prima di tutto arrivare un messaggio chiaro: «A New York l'ex sindaco Rudolf Giuliani non aveva dubbi: i graffiti non autorizzati sono tutti cattivi e si cancellano». Lì, una società specializzata offre apparecchiature alla municipalità per un costo di 2 milioni di dollari l'anno, «pagati dal governo federale nell'ambito del programma nazionale antigraffiti, il Comune mette a disposizione camion e personale. Ogni giorno, per 8 ore, dieci mezzi intervengono anche su segnalazione dei cittadini a un numero verde, cancellando le scritte da 100 edifici al giorno, a costo zero per i privati. In poco tempo il writer si scoraggia. Anche Amsa qui dovrebbe provvedere alla ripulitura dei muri». Assoedilizia ricorda inoltre che lo Stato ha prorogato fino a fine anno la detrazione del 50% dal reddito dei singoli condomini per interventi sulle facciate dei palazzi, «ma potrebbe non essere più garantita nel 2015, dal Comune quindi ci attendiamo degli sgravi fiscali, ad esempio l'eliminazione della tassa ponteggi e di occupazione del suolo pubblico, e la fornitura di materiali».
Sull'idea di una task force «modello Usa» che cancella le scritte 8 ore al giorno l'assessore Rozza smonta subito le aspettative: «Non potremmo permettercela». Non solo invece ritiene «giusta» la richiesta di sgravi sulla Cosap ma garantisce che la giunta ci sta già lavorando», tra le correzioni al regolamento sull'occupazione del suolo in aula il mese prossimo «inseriremo l'esenzione o un'aliquota minima per le impalcature». Ma a differenza di Assoedilizia sostiene che «dal momento che i writers hanno raggiunto un numero importante e non possiamo affrontare il fenomeno solo con il proibizionismo, si può tenere un equilibrio tra muri liberi su cui possano esprimersi liberamente e multe durissime sul resto della città». Bastone e carota. Per «muri liberi» (potrebbero essere segnalati con questa scritta) pensa a sottopassi pedonali «che oggi versano comunque in stato di degrado», ad esempio a Lambrate, via Padova, viale Monza. E sta creando una rete con volontari anti-graffiti e consigli di zona a cui a cui il Comune fornirà vernici e strumenti perchè cancellino subito le nuove tag, disincentivo a riprovarci.

«Il test nel tunnel di via Parravicini ristrutturato e aperto un mese fa sta funzionando, «l'associazione 4 Tunnel ha la vernice dello stesso colore e cancella immediatamente le scritte. Già non compaiono più». Ma materiali gratis «li possiamo dare ad associazioni che adottano una via o un quartiere, anche i condomini privati devono fare la propria parte».

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