Non si ferma all'alt e investe apposta il ghisa

Non si ferma all'alt e investe apposta il ghisa

Una brutta storia che ne ricorda un'altra molto più tragica. Intorno alle 8.20 di ieri mattina, infatti, un vigile di quartiere in servizio davanti alle scuole di piazza Santa Maria Nascente, a San Siro, è stato investito intenzionalmente da un automobilista 38enne pregiudicato, che è stato più tardi intercettato e fermato dai vigili urbani.
Secondo il racconto dei vigili, l'episodio è nato dopo che il 38enne alla guida di un'utilitaria ha superato irregolarmente i veicoli fermi in colonna alle strisce pedonali della piazza dove il vigile stava facendo attraversare gli scolari. Vedendolo, il pregiudicato ha cercato di rientrare nella colonna di auto ma dopo aver fatto defluire il traffico, il vigile gli ha intimato l'alt. Per tutta risposta il conducente gli avrebbe gridato dal finestrino «se non ti sposti ti tiro sotto» puntando con l'auto l'agente che, malgrado il tentativo di evitarlo, è stato investito. L'automobile si è poi allontanata ma il vigile ha preso il numero di targa diramandolo immediatamente via radio a tutte le pattuglie.
Mentre l'agente veniva medicato al pronto soccorso (le sue condizioni non sono gravi), l'utilitaria veniva intercettata da una pattuglia di suoi colleghi all'altezza del cavalcavia Bacula e fermata in piazzale Lugano.
Si è scoperto così che l'uomo alla guida (T.F. le iniziali del nome) ha precedenti penali per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Il balordo non ha opposto resistenza all'arresto ed è stato posto in stato di fermo.
Il 12 gennaio scorso, alla Bovisa, il 42enne vigile di quartiere Nicolò Savarino veniva investito e ucciso da un giovane nomade di origini slave che, senza patente, stava guidando un Suv. L'investitore - Remi Nicolic -, dopo aver trascinato il corpo del povero ghisa per strada con la sua auto, fuggì. E venne arrestato Pochi giorni dopo il clamoroso fatto di cronaca dagli investigatori della squadra mobile in Ungheria mentre, molto probabilmente, cercava lasciare l'Europa.
Il ragazzo, creduto a lungo il fratello maggiore Goico Jovanovic (classe 1987), trascorse più di due mesi nel carcere di San Vittore, prima di essere trasferito, dopo una serie di istanze del suo legale, l'avvocato David Russo, nell'istituto penitenziario minorile «Beccaria».

Nel frattempo, infatti, dalla Francia è arrivata alla magistratura una documentazione di una ventina di pagine che accertano che il rom è nato in un carcere parigino, mentre la madre era detenuta, nel maggio del 1994.
Il processo per l'omicidio del vigile - residente a Rho con il fratello, ma originario dell'Agrigentino - verrà celebrato davanti ai giudici minorili a partire dal prossimo febbraio.

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