Sono 1133 le persone soccorse dal 118, dal 1 gennaio al 30 aprile, per intossicazione acuta da alcol, 175 quelle «da droga» tra Milano e hinterland. Tanto per avere uno spaccato di quanto accade ogni giorno nella nostra città solo martedì il Servizio regionale Emergenza urgenza ha registrato quindici casi di intossicazione da alcol: si tratta di maschi tra i 25 e i 50 anni. Nella sola mattinata di ieri tre persone, con la stessa diagnosi. Numeri che raccontano un fenomeno allarmante, benchè poco noto, quello dell'abuso di alcol o di consumo di alcol a rischio, ma molto più diffuso rispetto all'assunzione di droghe. La dipendenza da alcol, al di là del binge drinking (cioè dell'abuso di alcol occasionale e concentrato) e della movida con tutti gli effetti collaterali che ne derivano, ampiamente visibili per le nostre strade, è silenziosa e nascosta, non fa scalpore e non viene più di tanto osteggiata anche perché circoscritta alla legalità, ma che miete molte più vittime rispetto ad altre sostanze psicoattive. Nel corso del 2018, sono stati seguiti dai 3 Nuclei Operativi Alcologia cittadini (strutture ambulatoriali dedicate dei Serd della Asst Santi Paolo e Carlo e della Asst Fatebenefratelli - Sacco) ha in cura più di 1000 pazienti di cui un terzo donne, il 40 per cento over 50. In questo caso si tratta di alcolisti o, comunque, di persone che hanno avuto problemi di una certa entità legati ad un uso patologico dell'alcol. «Il dato più allarmante riguarda invece i minorenni e i cosiddetti giovani anziani ovvero gli over65 che fanno un consumo a rischiodell'alcol, benché inconsapevole. Il un bicchiere di vino rosso a pasto fa bene alla salute è un falso scientifico - spiega Riccardo Gatti, direttore Dipartimento Dipendenze dell'Asst Santi Carlo e Paolo -: non esiste, infatti, nessun dato scientifico che provi che l'alcol faccia bene alla salute. Il problema è che i giovani anziani, cioè gli over 65, che svolgono oggi una vita attiva, non lo sanno. Bere un bicchiere a pasto, magari associato a farmaci per le malattie correlate all'età, purtroppo, può essere dannoso per la salute. E qui non si parla di alcolisti - continua Gatti - ma di persone che, per via dell'età sono molto più vulnerabili agli effetti della sostanza perché il fisico non è più in grado di metabolizzarla. Con il tempo vanno incontro inconsapevolmente a tumori o a gravi patologie renali, epatiche o cardiovascolari».
«La fascia di popolazione più a rischio per entrambi i generi è quelle dei 16enni (maschi 47 per cento, femmine 34,5 per cento), che non dovrebbero consumare bevande alcoliche e dei giovani anziani - si legge nella Relazione al Parlamento del ministro della Salute Giulia Grillo il 29 aprile -.
Verosimilmente a causa di una carente conoscenza o consapevolezza dei rischi che l'alcol causa alla salute, circa 700mila minorenni e 2,7 milioni di ultra 65enni sessantacinquenni sono consumatori a rischio per patologie e problematiche alcol-correlate».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.