(...) Nel piano c'erano 495 cantieri già in corso nel 2018, sono saliti a 705, compreso il restauro del teatro Lirico che finalmente dovrebbe arrivare al taglio del nastro nel 2020, ma già in ritardo di oltre due anni sul cronoprogramma. Tra i lavori in atto: la demolizione della scuola Trilussa, Viscontini e di via Pisa, la riqualificazione di piazza Sant'Agostino e del cinema Orchidea. Sono 107 gli interventi in fase di progettazione e 157 in fase di gara.
Per decidere come spendere il «pacchetto» di 200 milioni liberi la giunta raccolto 700 segnalazioni che riguardano 605 interventi nuovi, non inseriti nel piano del 2018. Quaranta di questi sono stati catalogati come prioritari (oggetto di diverse richieste): per 23 - dalla Biblioteca di Crescenzago all'illuminazione di piazza Gerusalemme o la ciclabile Lampugnano-Uruguay - è ancora in corso la valutazione dei costi ma per 17 (un totale di 52,7 milioni) c'è già il semaforo verde: ci sono le piste ciclabili in via Mercato, Massena, Lotto-Conciliazione, Piola-Donatello-Bacone, da piazzale Susa a Corvetto. Compaiono il recupero degli immobili di via Sammartini 73 e corso di Porta Vigentina e la riqualificazione della Fossa dei Serpenti davanti alla Triennale. Nel pacchetto dei 17 interventi proposti dai cittadini e promossi anche delle manutenzioni strade: via Lamarmora, via Pacini, Pizzolpasso, Uruguay, Quarenghi, Appennini e Quartiere Bruzzano.
. Al netto di questi, rimarranno ancora 49 milioni residui. Basilio Rizzo (Milano in Comune) ricorda che «i progetti erano in gran parte già decisi» e critica «il coinvolgimenti di solo 3mila persone ai 9 incontri nelle zone (ora dovrebbe iniziare un secondo ciclo): «Se vengono solo addetti ai lavori o aspiranti consiglieri, va cambiato metodo, ci costano».
Il delegato per le periferie Mirko Mazzali riconosce che «anche alle colazioni con il sindaco bisogna fare in modo di incontrare più gente, promuoverli in piazza e bar a caso e non in circoli già vicini alla nostra area», Il Pd Rosario Pantaleo fa presente con un esempio, i lavori in ritardo di un anno alla biblioteca di Baggio, che «qualcosa non funziona, il rischio è di avere un piano epocale, con troppi lavori che bollono in pentola e sfuggono al controllo».Chiara Campo
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