Kafka non avrebbe saputo fare di meglio. Ci hanno pensato il Comune e l'Aler. In mezzo un povero novantenne, tra l'altro ora con il braccio fratturato, che si è visto recapitare in una mattina da incubo, il 13 marzo, la lettera di decadenza del contratto di affitto. Inutile dire che il signor Colaluce vive in via de Pisis, a Quarto Oggiaro, nel suo alloggio popolare da 35 anni. Inquilino modello, ha sempre pagato il suo canone di affitto, calmierato perché in condizioni di indigenza. Circondato tra l'altro da abusivi: nel palazzo, infatti, in cui si trovano circa 25 alloggi vivono quasi esclusivamente abusivi o inquilini senza titolo, ovvero persone che sono subentrate in appartamenti lasciati da persone decedute, grazie al racket. Così il povero novantenne, alle spalle una vita da inquilino modello, si vede buttare fuori di casa perché non più avente diritto, mentre attorno a lui oltre una ventina di abusivi vivono tranquilli e pacifici nei loro appartamenti senza sborsare un euro. Ma così va nel mono delle case popolari a Milano.
La sua colpa? Non aver denunciato il fatto di vivere con la sua badante /collaboratrice domestica, che lo aiuta in tutte le faccende e nella vita quotidiana, con contratto in regola.
La vicenda riferita da Tullio Trapasso del Comitato antiracket abusivismo: Colaluce si fa accompagnare dalla sua badante nell'ufficio distaccato di Aler (la proprietà dell'alloggio è di Aler ma come è noto è il Comune di Milano, tramite l'ufficio assegnazione alloggi, che stila le graduatorie e le assegnazioni degli appartamenti di edilizia residenziale pubblica) per segnalare il fatto che il portone è guasto. All'ufficio chiedono chi sia la signora che lo accompagna e Colaluce dichiara che è la sua badante. «Peccato che nessuno abbia avuto la premura di spiegare all'anziano che avrebbe dovuto denunciare la presenza della signora - spiega Trapasso - anche perché Colangelo poi è andato a Aler a portare tutti di documenti che dimostravano che la sua collaboratrice era in regola».
Essendo anziano e confuso il 10 febbraio, quando i vigili hanno effettuato un sopralluogo nell'alloggio per verificare la situazione abitativa, l'anziano ha detto ai vigili che la signora non viveva con lui, salvo poi appunto dimostrare la regolarità della collaborazione. Risultato: il Comune ha inviato la lettera di decadenza dell'assegnazione. Tradotto: il signore non ha più diritto all'alloggio. Il decreto è ingiuntivo e non prorogabile, quindi Colaluce deve lasciare casa entro 30 giorni. Inutile dire in che condizioni si trovi un novantenne che ha sempre pagato l'affitto, seppur nelle difficoltà, che vive da 35 anni in quel quartiere, circondato per altro da abusivi, che si vede sfrattato all'improvviso.
«Il Comune è forte con i debole e soccombe davanti alle occupazioni illegali» attacca Alessandro de Chirico, vicecapogruppo di Forza Italia in Comune, che lunedì ha
denunciato il caso in consiglio. Sembra che Aler si sia detta disponibile a risolvere la situazione, ma «il problema - ribadisce Trapasso - è la schizofrenia del sistema: Palazzo Marino assegna le case di proprietà di Aler».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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