I rom cambiano strategia, basta grandi insediamenti, troppo vistosi e ingombranti, sostituiti da tanti piccoli «mini campi», ma questo non impedisce la consueta tensione tra residenti e «ospiti». E così la rivolta si polverizza in mille rivoli, in ogni quartiere, in ogni strada. Come in fondo a via Rizzoli, estrema periferia nord est, scelta da un piccolo clan di zingari, o in viale delle Rimembranze a Lambrate, dove la presenza dei nomadi sta aumentando di giorno in giorno e la situazione è prossima al punto di rottura.
Forse avrebbe meritato una diversa collocazione la strada dedicata al grande editore, capace di diventare un gigante della carta stampata da semplice «matinitt». Uno stradone che partendo da Crescenzago, corre tra via Palmanova e il Lambro, fino alle porte della città, perdendosi poi in aperta campagna. In fondo sulla sinistra, prima di Cascina Gobba, il complesso di case costruire da Palazzo Marino trent'anni fa. Negli ultimi tempi sempre più a disagio per le periodiche visita di un piccolo clan di nomadi.
«Sono quattro o cinque caravan, non di più, sono arrivati un paio di anni insediandosi dietro i nostri palazzoni e subito sono iniziati i furti in casa e in auto. Senza contare le loro quotidiane esibizioni quando espletano le normali funzioni corporali all'aperto». È il solito quadro poco piacevole, dipinto dal signor Giuseppe, portavoce delle circa 200 famiglie distribuite tra i civici 73 e 87. «A quel punto partono le nostre telefonate, le nostre sollecitazioni fino a quando finalmente arriva un paio di equipaggi di vigili che li allontana. Salvo poi ricomparire dopo qualche settimana. Una situazione che si trascina da un paio d'anni, per questo da tempo chiediamo al Comune che sistemi uno di quegli archi in acciaio che impedisca l'accesso a roulotte e caravan».
Ancora peggiore la situazione a Lambrate, come spiega Gianluca Boari, consigliere di zona del Pdl. «Sono comparsi cira tre anni fa, distribuendosi in mille insediamenti nel quadrilatero formato da via Rombon, via Marcinelle, il Lambro e la ferrovia. Negli ultimi tempi il loro numero è andato crescendo sensibilmente. Hanno preso in ostaggio viale delle Rimembranze, dove ormai nessuno osa più entrare, specialmente di sera, specialmente donne. Poi si ubriacano, chiedono insistentemente l'elemosina, entrano nei bar consumano e non pagano e ora molti negozianti hanno messo l'apertura a pulsante alla porta e non aprono più se vedono un rom. E così un quartiere, perennemente in bilico tra abbandono e riqualificazione, corre il rischio di tonare periferia degradata.
Per questo - prosegue Boari - presenterò al prossimo consiglio di zona un documento per chiedere un presidio delle forze dell'ordine. Documento che sarà presentato anche a Palazzo Marino dal consigliere Marcovalerio Bove. Chiedendo di fare in fretta, prima che si rompa l'equilibrio e la gente scenda in strada come in via Cassio».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.