Usato sicuro? Forse. L'attività di «commercio all'ingrosso di autoveicoli, motocicli, ciclomotori usati» è aperta solo da tre mesi (dal 13 aprile per l'esattezza), ma offre «anche operazioni di import-export». Impresa registrata nell'archivio della Camera di commercio di Milano: il capitale investito per aprire l'attività ammontava a 20mila euro. Il titolare si chiama Said Selimovic, cognome diffuso in via Vaiano Valle 41, la strada dove ha «sede» il commercio di auto e scooter di seconda mano, all'ingrosso e al dettaglio. Via Vaiano Valle 41, il campo nomadi abusivo dove da quindici anni hanno messo le tende in pianta stabile un centinaio di bosniaci. Rom che si sono fatti le «fabbrichette», almeno a leggere il registro delle imprese, anche se la tipologia di mercato si presta almeno a qualche sospetto.
Non ci gira intorno la Lega, «guarda caso import-export di veicoli usati, chissà da dove arrivano ci piacerebbe controllare se i documenti sono tutti in regola e già che ci siamo la Guardia di finanza potrebbe farsi un giro da quelle parti, oltre che contrastare il fisco nei negozi e bar dei milanesi» attacca il consigliere Alessandro Morelli. Registrata sempre in via Vaiano Valle 41 fin dal 2003 c'è un'altra impresa artigiana, «fabbricazione di imballaggi in legno», il titolare che di cognome fa sempre Selimovic l'ha iscritta il 10 giugno del 2010 con la qualifica di «piccolo imprenditore» alla sezione speciale. L'azienda ha un solo addetto. Come l'impresa di «produzione di rame e semilavorati» registrata presso Camera di commercio da un altro Selimovic ancora, piccolo imprenditore rom di 44 anni. E i leghisti anche qui la leggono più con il sospetto che come esempio di integrazione, viste le continue accuse di furti di rame che girano intorno a questo come agli altri campi abusivi i in città.
La giunta Pisapia ha varato a inizio luglio il nuovo «Progetto rom» del Comune, che conta di usare i 4 milioni avanzati dal vecchio piano Maroni-Moratti per chiudere progressivamente le aree regolari e irregolari offrendo alternative alle famiglie. Alloggi del privato sociale, rimpatrio assistito. L'assessore alla Sicurezza Granelli e quello ai Servizi sociali Majorino hanno bocciato il modello dell'amministrazione di centrodestra, i nomadi che hanno ottenuto aiuti economici per tornare in Romania «dopo aver preso i soldi sono tornati a Milano». Importante sarà «il confronto con alcune associazioni del terzo settore e della Consulta, collaborazione che intendiamo rafforzare anche con le rappresentanze delle famiglie nomadi nell'ottica di quanto indicato dalla strategia nazionale del ministro Riccardi per rom, sinti e camminanti». Sì dunque al dialogo con le famiglie abusive e non e con enti come la Casa della carità di don Colmegna o la Comunità di Sant'Egidio (di cui proprio Riccardi è il fondatore) che segue a titolo volontario danni, tra gli altri, il campo di via Vaiano Valle.
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