Un giorno di caos totale. Un martedì nero per i milanesi alle prese con lo sciopero del personale Atm. Era il 2 ottobre scorso. Serrande abbassate in metropolitana, treni fermi nelle stazioni, passeggeri costretti a percorrere a piedi le gallerie, tensione sulle banchine con l'intervento della polizia, dei vigili del fuoco e del 118. Un incubo che ora rischia di costare grosso all'azienda di trasporti. Perché ieri il Codacons - l'associazione che difende gli interessi dei consumatori - ha depositato in tribunale l'atto di citazione proprio contro Atm, per un class action che potrebbe rivelarsi un salasso per le casse di Foro Bonaparte.
Nell'atto, lungo 27 pagine, gli avvocati Marco Donzelli, Sara Chimenti e Michele Agrifoglio chiedono che l'azienda risarcisca con quasi 7mila euro ciascuno i passeggeri che quel giorno subirono i gravi disagi provocati dall'agitazione sindacale, in particolar modo nella fascia pomerdiana. Per l'esattezza, la richiesta è di 6.901,5 euro: 5mila per danni non patrimoniali, 500 per «le violazioni del contratto di trasporto e della normativa di settore», mille per «le condizioni di viaggio, di attesa, di mancanza di assistenza e di mancanza di informazione», 400 «per ogni giorno di lavoro perduto a causa e successivamente» allo sciopero, oltre all'euro e 50 centesimi del biglietto che quel 2 ottobre venne timbrato. «Chiediamo questi danni perché quello che è successo è clamoroso - spiega Donzelli, presidente dell'associazione -. Persone hanno avuto malori, passeggeri sono rimasti prigionieri per un'ora nelle carrozze delle metropolitana per poi essere costretti a scendere lungo i binari. Una cosa incivile».
Al momento sono oltre mille le persone che hanno inviato una richiesta di adesione alla class action avanzata dal Codacons (la data della prima udienza proposta al tribunale è quella del prossimo 25 marzo). Ma il loro numero - qualora i giudici dichiarassero ammissibile la citazione - sembra destinato a crescere. Nel caso, saranno le toghe a stabilire i requisiti per essere ammessi alla causa. Di sicuro, l'associazione dei consumatori ha invitato fin da subito gli utenti Atm a conservare i biglietti vidimati e gli abbonamenti, che potrebbero rappresentare la prova dei disagi vissuti in quel pomeriggio infernale. E fatti due conti grossolani - dovessero essere accolte le richieste del migliaio di consumatori che al momento hanno deciso di aderire all'azione legale -, allo stato lo sciopero del 2 ottobre potrebbe costare ad Atm qualcosa come 7 milioni di euro. Da lunedì, inoltre, il Codacons riaprirà - via email o con una telefonata - le pre-adesioni all'operazione ribattezzata «Terrore in metropolitana».
E se Atm rischia grosso, non se la passa meglio Trenord.
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