Se Expo assomiglia a Gardaland

Dalla "donna cetriolo" del corteo di Foody ai carciofoni metallizzati del padiglione francese, spesso le provocazioni dell'Esposizione universale scivolano nel trash

Se Expo assomiglia a Gardaland

Quando Expo assomiglia a Gardaland. Non sempre all'Esposizione universale le provocazioni architettoniche sono ben riuscite. Spesso e volentieri scivolano nel trash o viaggiano sul confine tra design moderno e cattivo gusto. Così come molti orpelli che, forse, potevano essere evitati. Cominciamo con la "donna cetriolo", membro della carovana di Foody, simbolo di Expo, che ogni mattina mette in scena un piccolo corteo carnevalesco nel corridoio principale di Expo.

Per i cultori del trash, non mancano le chicche. A cominciare dall'istallazione del padiglione della Repubblica Ceca (un'automobile che si trasforma in un uccello) sospesa su una piscina. Di dubbio gusto l’opera d’arte “La donna carota” di Luigi Serafini, nella mostra allestita da Vittorio Sgarbi presso Eataly. Sempre in zona Eataly e' stata installata una grossa sedia, simil trono, fatta di spaghetti con i colori della bandiera italiana. Un'opera che non stuzzica certo l'appetito. Proseguiamo con il grosso acino d'uva che dovrebbe pubblicizzare il padiglione dedicato ai vini. Peccato sembri, per forma e colore, una grande melanzana.

E poi ci sono i tre carciofoni metallizzati (scultura di Patrick Laroche) voluti dalla Francia per rendere più accattivante l'ingresso al suo padiglione. O le mucche a mollo nell'acqua dell'Olanda. Concludiamo con un oggetto cult per chi ama l'orrido: la scultura di un bar tirolese che rappresenta un uomo grasso e disperato intagliato nel legno.

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