Senza lavoro e speranze gli italiani che dormono vicino ai grand hotel

Ieri in Centrale esponenti di Fi e volontari per portare generi di conforto ai clochard

Senza lavoro e speranze gli italiani che dormono vicino ai grand hotel

Maurizio ha meno di trent'anni. É arrivato da Siracusa a Milano in treno con mille euro in tasca e la speranza di trovare un lavoro. I soldi gli sono bastati per quindici giorni, di un impiego neanche l'ombra. Ha provato a tenere duro e a dormire in un sacco a pelo, vicino alla stazione Centrale e a quell'hub di via Sammartini aperto ai profughi. Quindici giorni durissimi per chi non è abituato a vivere per strada, al freddo, clochard per forza e non per scelta. «Era disperato, gli abbiamo comprato un biglietto del treno per ritornare a casa» racconta il capogruppo di Forza Italia in Comune Gianluca Comazzi. Ieri sera intorno alle 21 lui e la coordinatrice regionale azzurra Mariastella Galmini hanno accompagnato i volontari del Comitato Milano Sicura e dell'associazione Pro Tetto dentro e fuori la stazione e lungo via Vittor Pisani, dove dormono decine e decine di senzatetto. E sono soprattutto italiani. Hanno portato loro dei generi di conforto, thermos con tè e caffè caldo, pizze e focacce, coperte, anche dei libri. «Ma soprattutto volevano ascoltare le loro storie» dicono.

Anche Paolo è un ragazzo giovane, non ha lavoro nè casa, non conosceva la rete dei dormitori in città e lo hanno indirizzato. Per dare una mano a Nicola, originario di Marsiglia e in evidente stato confusionale, hanno contattato l'Ambasciata francese che si è attivata per prendere in carica in suo caso e riportarlo a casa. Un altro senzatetto italiano invece sapeva benissimo che ci son varie strutture di accoglienza, ma chi ha un cane deve lasciarlo fuori dalla porta e piuttosto che separarsene o lasciarlo in un canile (è il suo unico affetto) preferisce affrontare le dure notti invernali su un cartone umido. «Che debbano abbandonare il proprio animale se vogliono essere accolti in un dormitorio in una città come Milano è vergognoso» commenta Comazzi.

Gli italiani che dormono tra la Centrale e piazza della Repubblica a due passi dagli hotel stellati, sono spesso persone separate che non riescono a sostenere l'assegno di mantenimento e un affitto per sè, gente che ha perso il lavoro e poi anche la famiglia. A volte i ristoranti della via portano loro dei pasti caldi, poi ci sono City Angels, volontari. Ma «il Comune - secondo Gelmini e Comazzi - dovrebbe fare di più, ascoltare uno per uno le loro esigenze.

Hanno offerto caserme ai profughi, sono concentratissimi sui richiedenti asilo e poi tanti italiani che magari hanno sempre lavorato e pagato le tasse e si trovano in difficoltà vengono abbandonati in mezzo alla strada, con meno diritti degli immigrati».

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