«Ho accettato la proposta del Comune di Milano: sarò l'ambasciatore speciale della moda italiana per la serata inaugurale dell'Expo» rivela Giorgio Armani nel tradizionale appuntamento con la stampa dopo la sfilata della linea Emporio dedicata al pubblico più giovane. Il 30 aprile, infatti, Re Giorgio organizzerà una sfilata speciale nel suo celebre teatro progettato da Tadao Ando in via Bergognone. Subito dopo i 500 invitati con in testa il sindaco Pisapia protranno visitare in anteprima mondiale l'ex silos della Nestlè che lo stilista-imprenditore sta trasformando nello spazio espositivo dei suoi 40 anni di storia e di lavoro.
«Ci saranno molti vestiti, dal primo all'ultimo compresi quelli messi in mostra al Guggenheim di New York più di dieci anni fa. Non mancherà un archivio tecnico che comprenderà anche dettagli e informazioni sugli eventi più recenti come, ad esempio la creazione della linea Privè». Inevitabile a questo punto chiedere se sarà proprio la collezione d'alta moda che solitamente sfila a Parigi a salire in passerella quella sera. Armani non lo esclude, ma per il momento la decisione è in stand by, mentre di sicuro dopo la sfilata e la visita al Silos gli ospiti si trasferiranno nella sede di Expo a Rho per assistere al grande concerto di Andrea Bocelli. Sull'entità dell'investimento per costruire questo nuovo polo d'interesse cittadino, lo stilista conferma la cifra già annunciata dalla stampa specializzata: 50 milioni di euro.
«Non sarà un monumento a me, ma uno spazio per Milano che ospiterà al piano terreno altre mostre ed eventi culturali organizzati in accordo con il Comune. Quanto al nome ho deciso di continuare a chiamarlo Silos perché prima in questo spazio veniva conservato del cibo, materiale per vivere. Nel mio modo di pensare vestire fa parte della vita». Inutile dire che per gli addetti ai lavori della moda come per tutte le persone di buon senso, questa affermazione tipicamente armaniana sembra del tutto normale. Ma in questi appuntamenti post sfilata c'è sempre qualcuno che si fa prendere dalla cosiddetta «sindrome di Michele», ovvero l'invasato che in una vecchia pubblicità urla sempre a sproposito «Abbiamo l'esclusiva».
Ecco quindi le domande sui recenti tragici fatti di terrorismo cui Armani risponde con encomiabile equilibrio. «Ho appena visto uno speciale del Tg sull'Olocausto e sono rimasto veramente scioccato. Sono cose che sappiamo tutti da sempre ma certo non fa male ricordare. Sembra quasi che si abbia paura a parlarne. Detto questo io faccio parte del mondo e a volte mi verrebbe anche voglia di mettermi in gioco e cercare soluzioni. Temo però che non ce ne siano. Questa gente è povera da centinaia di anni, non ha proprio nulla da perdere, quali reazioni ci si possono aspettare?».
Il clima torna sereno quando re Giorgio motteggia sul suo stesso ruolo di ambasciatore. «Mi va bene il titolo ma tutto finisce lì, non farò conferenze né sventolii di bandiere: non voglio cadere nè nel folklore né nel trionfalismo».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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