La sinistra insiste su Area C E sui giovedì si litiga ancora

Nessuno sconto ai commercianti (che chiedevano l'orario più corto) o ai residenti del centro (che vorrebbero l'esenzione). Area C riparte il 17 settembre senza grossi scossoni, il vertice di maggioranza che il sindaco ha convocato oggi alle 17 a Palazzo Marino con i partiti della coalizione per condividere la nuova delibera prima di approvarla in giunta dopodomani non dovrebbe riservare colpi di scena. Ma sarà una test a scadenza breve: fine anno. Entro il 31 dicembre quindi voterà in consiglio comunale un testo definitivo, e saranno dolori, l'ostruzionismo di Pdl e Lega è garantito. Pisapia e i segretari del centrosinistra si rivedono per la prima volta dopo lo stop al ticket imposto dal Consiglio di Stato. Le telecamere spente dal 26 luglio hanno significato un minor incasso per circa 2,5 milioni e una figuraccia di proporzioni nazionali. E se la sentenza del Tar il 14 novembre dovesse confermare la bocciatura il danno erariale sarebbe enorme. Ipotesi che a Palazzo Marino scartano, ma le modifiche alla delibera ora si riducono ai minimi termini per evitare altri intoppi legali. Verrà inserita la convenzione con le autorimesse del centro. L'accordo (tra Comune e Unione del commercio) di fatto equipara il costo del ticket più 4 ore di sosta sulle strisce blu al posteggio nei silos, 13 euro in totale. Dentro la Cerchia operano circa 60 garage e la maggior parte dovrebbe aderire». Anche se proprio da un silos di largo Corsia dei servi è partito il ricorso che ha congelato il ticket per oltre 2 mesi. Il coordinatore milanese del Pdl Giulio Gallera e il capogruppo Carlo Masseroli chiedono al sindaco di «venire in aula prima di votare un altro provvedimento in giunta, anche i dati sugli ingressi a telecamere spente, saliti del 52%, dimostrano che il ticket non è gradito. Si ragioni su area metropolitana il modo per ridurre le auto senza tartassare». Il Comune invece prova a ricucire con i commercianti sui Giovedi di Milano. Dopo le polemiche dei giorni scorsi sulla primogenitura del progetto - che punta a rendere viva la città il giovedì sera con negozi e musei aperti ed eventi sparsi, le telecamere verranno spente alle 18 invece che alle 19.30 - gli assessori al Benessere Chiara Bisconti e al Commercio Franco D'Alfonso presentandolo ieri alle categorie hanno ribadito che «la proposta è partita mesi dall'Unione del commercio». Tutto risolto? Mica tanto. Il Comune insiste sulla partenza il 20 settembre, anche perchè sarà la settimana della moda ed è più facile mettere in piedi eventi, come una qualunque notte bianca già vista negli anni passati. Sui giovedì successivi si naviga a vista, la presentazione ieri all'Urban center si basava su tante idee, quasi tutte virtuali. Il Comune può garantire musei e biblioteche by night o il biglietto unico Atm da 1,50 euro dopo le 18, l'apertura serale dell'anagrafe di via Larga. Ma quella di uffici postali, banche, chiese, gli spettacoli speciali a cinema e teatro hanno accanto un punto di domanda. Ancora tutto da costruire. E a manifestare chiare le perplessità è il direttore dei rapporti istituzionali dell'Unione Barbieri: «Il nostro progetto prevedeva un contenitore di eventi che qui non vediamo. I negozianti non stanno aperti per editto ma se c'è convenienza, non lavorano la sera perchè l'anagrafe funziona di più. Ci chiediamo se da queste basi sia possibile partire già il 20 . Non si parla di Cosap ridotta, sportello unico per gli eventi. Vedremo la disponibilità dei negozianti». Parole che lasciano di sasso la Bisconti: «Si parte il 20? Incrociamo le dita».

Il progetto originario si fondava su un comitato promotore da Unione, società Expo e Camera di commercio (disposti anche a mettere insieme 200mila euro) e con la regia del Comune. Che invece ha archiviato quel modello.

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