Sabrina Cottone«Milano innova anche nella solidarietà» dice l'assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino, difendendo a spada tratta il bando che offre fino a 400 euro alle famiglie che ospitano profughi. Si tratta di fondi del ministero dell'Interno nell'ambito dello Sprar (il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) ma il bando milanese rafforza e dà visibilità al progetto, che sarà attuato in collaborazione con la cooperativa «Farsi prossimo». Ma soprattutto scatena una pesante polemica politica, con centrodestra e Lega sul piede di guerra. «Roba da matti. Vergogna, questo è razzismo nei confronti degli italiani in difficoltà» scrive su Facebook il segretario della Lega, Matteo Salvini. Critiche anche da Forza Italia. Dice il coordinatore provinciale azzurro, Luca Squeri: «L'iniziativa ben rappresenta le priorità della sinistra: si offrono 400 euro alle famiglie italiane che decidono di ospitare in casa un migrante, ma se quelle stesse famiglie si trovassero in difficoltà, i 400 euro dallo Stato non li riceverebbero mai». Riccardo De Corato, Fratelli d'Italia, paventa una discriminazione: «Andrò a bussare dai clochard che ogni giorno trovano riparo in scatoloni di fortuna di fronte alle vetrine e sotto i portici della Galleria del Corso o in altre vie del centro di Milano, invitandoli a bussare all'assessorato di Majorino per pretendere di entrare in un piano di protezione». E Nicolò Mardegan, Noi per Milano: «Le priorità di un Comune devono essere i suoi abitanti ed il loro benessere: ci sono moltissime donne che per paura di non poter mantenere un bimbo scelgono di abortire».Il Comune, da parte sua, rivendica per Milano il ruolo di «capitale dell'accoglienza» e dà i numeri dei migranti coinvolti nei programmi di aiuto: ottantasettemila persone, di cui diciassettemila bambini. Vale la pena però di sottolineare la differenza tra migranti e richiedenti asilo o profughi: i primi arrivano per ragioni economiche, i secondi sono in fuga da guerre e persecuzioni e l'obbligo d'accoglienza discende da accordi internazionali a partire dalla Convenzione di Ginevra, oltre che dalla Costituzione che tutela lo status di «rifugiato». Il problema nasce dal distinguere i migranti dai rifugiati. I richiedenti asilo in tutta Italia sono settantamila, il sistema Sprar prevede una distribuzione in proporzione alla popolazione, quindi a Milano possono essere accolti tra i duemila e i tremila profughi e Lombardia si arriva intorno a quota diecimila.A spiegare l'utilizzo dei soldi è Matteo Bassoli, presidente di Refugees Welcome Italia e docente di Sociologia politica a E-Campus: «Si tratta di fondi vincolati che i governi hanno sempre usato per i rifugiati. Ma se durante l'emergenza del 2010 i profughi erano stati accolti in alberghi che ospitavano 80 persone, adesso quasi tutte le prefetture incentivano l'ospitalità diffusa.
L'accoglienza in famiglia aiuta a ridurre i rischi sociali legati alla criminalità». Refugees Welcome, associazione del privato sociale che si occupa proprio di abbinare famiglie e richiedenti asilo, lavora spesso senza soldi. «Per noi - spiega - la diaria non è automatica: dipende dai contesti».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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