Donne all'attacco, finalmente. Contro mariti e compagni violenti, ex refrattari all'abbandono, stalker invaghiti e senza freno. Cambierà sicuramente più di qualcosa l'app presentata al grido-slogan «Non rimanere in silenzio» stamattina alle 10.30 in prefettura da Areu (Azienda regionale emergenza urgenza) e da Onda (Osservatorio nazionale sulla salute della donna). L'applicazione si chiama «Where ARE U» (dove sei) e permetterà di effettuare chiamate di emergenza rigorosamente silenziose - evitando cioè che il persecutore se ne accorga e prenda contromisure, impedendo alla signora in questione di chiedere aiuto - alla Centrale del numero unico di emergenza 112. «Una funzionalità essenziale - come viene definita la app in una nota - per tutti i casi in cui una persona è vittima di violenza e sopruso e non è in grado di parlare.
Alla presentazione interverranno Mario Mantovani, vice presidente e assessore alla Salute in Regione Lombardia, Alberto Zoli, direttore generale di Areu Lombardia, Francesca Merzagora, presidente di Onda e Giuseppe Landonio, oncologo e consulente all'assessorato comunale alle Politiche sociali.
È vero: secondo i dati diffusi dal Viminale lo scorso 8 marzo (festa della donna) nell'ultimo anno i reati di violenza, stalking o di abusi contro le donne sarebbero in calo. I numeri del ministero dell'Interno, aggiornati al 3 marzo, infatti dicono che gli omicidi con vittime di sesso femminile sono stati 137 (-22,6 per cento), di cui 102 in ambito familiare (-16,3 per cento). In calo anche gli atti persecutori (-24,8 per cento) mentre aumentano gli allontanamenti del partner violento.
Seppure in totale sono calate le violenze sessuali (-22,3 per cento), le donne registrano una percentuale molto alta: nel 91,7 per cento dei casi sono infatti loro l'oggetto di abusi sessuali. Calano anche le lesioni dolose (-13,80 per cento), le percosse (-17,04 per cento), le minacce (-17,04 per cento), i maltrattamenti in famiglia o verso i fanciulli (-14,79 per cento).
A ottobre, a Roma, in collaborazione con la questura è partita invece la sperimentazione con 33 donne ad alto rischio di violenza - segnalate da Fondazione Pangea e centro per le donne maltrattate gestito nella Capitale da Differenza donna - utilizzando un sofisticato dispositivo progettato per aiutare le donne vittime di stalking o violenze domestiche: basta premere il grande tasto centrale per qualche secondo e si attiva la chiamata «geolocalizzata» a un centro anti violenza, dove gli operatori rilevano la posizione di chi chiama, valutano il livello di rischio e in caso di bisogno fanno intervenire immediatamente una volante della polizia.
Ribattezzato Vodafone Angel , il telefonino anti violenza è stato realizzato dalla Fondazione Vodafone Italia in collaborazione con il ministero dell'Interno. Un progetto innovativo che è valso il «Germoglio d'oro» della Fondazione Marisa Bellisario a Maria Cristina Ferradini, responsabile della Fondazione Vodafone Italia e del Dipartimento sostenibilità dell'azienda.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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