Scritto, riscritto, limato e passato sotto il torchio di almeno un centinaio di riunioni. Il papello della riforma sanitaria è finalmente pronto per approdare in aula. E, a distanza di poche ore dal passaggio in commissione Bilancio del Pirellone, il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni annuncia quanto faranno risparmiare quelle 90 pagine di provvedimento: oltre 350 milioni di euro, di cui 200 in tre anni soltanto grazie alla centrale unica di acquisto dei farmaci e dei materiali medici.
«Ma attenzione - mette subito in chiaro il governatore durante la presentazione della riforma in un incontro organizzato ieri dal settimanale Tempi - il nostro scopo primario non è risparmiare. Siamo in pareggio di bilancio dal 2003 e non abbiamo bisogno di chiudere ospedali». «Però - sottolinea Maroni - serve riorganizzare il sistema dopo 18 anni per dare risposte agli anziani e ai malati cronici, che sono sempre più numerosi».
Maroni sa bene che accorpare e trasformare le aziende ospedaliere significa innanzitutto «toccare gli interessi di pubblico, privato, medici, infermieri e no profit» ma chiarisce che la priorità «è l'interesse del cittadino che ha diritto ad essere curato anche quando non ha santi in paradiso o non conosce l'assessore». La nuova riforma, c'è comunque da scommetterci, finirà per creare malumori anche in giunta: entro la fine dell'anno sarà creato il super assessorato al Welfare (attraverso l'accorpamento di Sanità e Famiglia). Il che significa: rimpasto di San Silvestro nella squadra.
Il testo della riforma è tutt'altro che definitivo. Ma punta a creare una sanità più vicina al territorio, a zero ticket e a zero code per pronto soccorso e visite specialistiche. Il provvedimento è stato modificato di riunione in riunione e verrà ancora rivisto, a suon di emendamenti, durante il dibattito nell'aula del Consiglio regionale.
Ma fin d'ora il testo della nuova sanità punta a rivedere l'impianto organizzativo lombardo: le Asl verranno sostituite dalle agenzie di tutela della salute e decideranno chi farà cosa (oggi invece erogano anche prestazioni sanitarie). Le attuali 29 aziende ospedaliere verranno sostituite dalle aziende socio sanitarie territoriali per unire cure territoriali e ospedaliere. Obbiettivo è garantire la presa in carico del paziente anche dopo il ricovero e a casa sua. La riforma riconosce agli ospedali privati un ruolo sovrapponibile a quello dei pubblici e li svincola da una burocrazia troppo cavillosa per i contratti. Verrà ridisegnata la mappa degli ospedali con accorpamenti e fusioni.
Non solo. Con la nuova legge debutterà anche l'Agenzia di controllo, creata per vigilare sull'offerta delle cure sanitarie e per prevenire scandali come quelli di Santa Rita, Maugeri o San Raffaele. Il suo referente sarà la giunta lombarda. La riforma prevede anche la creazione di un super assessorato al Welfare, che fonderà le funzioni di quello alla Sanità e alla Famiglia ma sull'argomento l'ultima parola spetta al presidente della Regione. Infine verrà fondato un centro lombardo per le tecnologie sanitarie che fornirà informazioni sull'utilizzo appropriato dei farmaci, delle protesi e dei dispositivi medico-chirurgici. Le sue informazioni saranno utilizzate anche dall'Arca, la centrale unica degli acquisti che si occupa dei rifornimenti regionali.
Ma per definire i contenuti bisogna aspettare il
confronto in aula: da martedì prossimo comincerà il dibattito che già fin d'ora si preannuncia acceso e concentrato su questioni fondamentali. A cominciare dalla nuova mappa degli accorpamenti delle ex aziende ospedaliere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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