Troiani al Lattuada: «Così il suono cambia il mondo»

Luca Pavanel

«Il suono? Può cambiare il mondo. Perché il suono dentro di sé cela una forma di vita. E se noi diamo spazio alla vita cambiamo tutto». Lorenzo Troiani, 29 anni, compositore romano trasferitosi in Austria, ha visto catapultare il suo nome in mezzo a quelli dei grandi senatori della musica contemporanea italiana e non, vedi Evangelisti, Sciarrino, Bussotti e Lachenmann, nel cartellone del mini-festival «Sound of Wander», che inizia oggi a Milano (iniziativa presentata dalla Aspmc e dal Mdi ensemble è per le ore 20.30 presso l'Auditorium Lattuada, corso di Porta Vigentina n. 15 info line: http://www.aspmc.eu/?lang=it_IT). «Come me lo spiego? fa eco al telefono Beh, è stata una scelta degli organizzatori. Trovarmi insieme a dei maestri della scena internazionale è per me un grande onore, come lo è poter lavorare con un ensemble come Mdi». Troiani stasera, prima del recital, con l'aiuto di Maurizio Azzan, indagherà in maniera divulgativa il rapporto che intercorre tra il segno e il suono. E attraverso grafici e sketch dei brani mostrerà le tracce del processo compositivo che precede una partitura. Il suo pezzo si intitola «Sotterranee. In ombra».

«La mia spiega l'autore è una musica notturna. Chiede all'ascoltatore di venire vicino, di farsi sensibile e di protendersi per scoprire ciò che è celato dentro il suono, la vibrazione, la pulsazione». Al buio, di notte, possiamo vedere e sentire le cose in un modo differente, trasfigurato; «possiamo vederle pulsare aggiunge e questa esperienza è ogni volta davvero speciale».

Di formazione filosofica, il giovane maestro vede e sente la musica con impegno morale ed etico verso se stesso e gli altri: «Grande rispetto per il pubblico» e scrivere quando «ci si può esprimere e si può aggiungere qualcosa in più».

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