Le truffatrici di anziani che si fingevano impiegate comunali

Dicevano di fare controlli sull'esenzione dal ticket, poi razziavano soldi e gioielli

Le truffatrici di anziani che si fingevano  impiegate comunali

«Signora, siamo funzionarie del Comune. Dobbiamo controllare la sua situazione economica, per verificare se ha ancora diritto all'esenzione dal ticket»: a questo punto molte persone anziane prese di mira dalle truffatrici e false impiegate comunali tiravano fuori i contanti e i gioielli che tenevano in casa. Mostrando dove custodivano i preziosi, che venivano razziati da una delle intruse che chiedeva di poter andare in bagno. Colpi che fruttavano tra i 500 e i 4mila euro ogni volta e che causavano alle vittime oltre al danno economico una forte sofferenza psicologica.

Il raggiro delle finte funzionarie di Palazzo Marino è stato scoperto e bloccato dal Pool anti truffe e fasce deboli della Procura, coordinato dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco e dal pm Paola Pirotta e composto da uomini della polizia locale, dei carabinieri e della polizia di Stato. Alla fine dell'operazione «Municipal Fakes» su ordinanza del gip Tiziana Guelli due giorni fa sono state arrestate tre donne, di 30, 47 e 70 anni, di etnia sinti e residenti nei campi nomadi di Ghislarengo, in provincia di Vercelli, e Galliate, vicino a Novara. Una delle tre in verità è ancora ricercata, «ci risulta in giro a fare altri colpi», spiegano gli inquirenti. Le donne rispondono dei reati di furto in abitazione aggravato e sostituzione di persona. Gli episodi ricostruiti con certezza sono otto, tutti commessi a Milano e nell'hinterland tra il maggio e il dicembre del 2018.

«Convinti dell'importanza della prevenzione di questi crimini - sottolinea Fusco - constatiamo che oggi le potenziali vittime sono più attente rispetto al passato. Grazie alle campagne di informazione c'è una lenta decrescita delle truffe consumate e un aumento di quelle tentate». Negli ultimi tre mesi 98 tentativi contro 36 colpi andati a segno solo a Milano. Manca il dato degli episodi non denunciati, che sono numerosi. «Molti anziani - aggiunge il vicesindaco Anna Scavuzzo, che è intervenuta in Procura insieme al comandante dei vigili Marco Ciacci - ci chiedono di partecipare agli incontri di informazione con le forze dell'ordine nei Municipi. Dal 28 gennaio si apre un nuovo ciclo di nove appuntamenti. Lo scopo non è certo diffondere la paura, ma aiutare i cittadini a trovare i migliori interlocutori».

Gli inquirenti del Pool anti truffe, che raccolgono ogni giorno i racconti degli anziani ingannati, continuano le indagini su altri furti e sui complici delle tre arrestate, le quali hanno tutte precedenti per reati dello stesso tipo e sono state riconosciute dalle persone offese nelle foto segnaletiche.

«Denunciare è fondamentale - spiegano -, superando la vergogna. È da qui che partono le nostre indagini. In questo caso abbiamo voluto dare una risposta rapida, fermando i presunti colpevoli che spesso causano nelle vittime la totale perdita di fiducia in sé stesse».

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