Tutti pazzi per il cinese Boom di corsi nelle scuole

Quadruplicate le domande. Accontentati la metà. Il preside del linguistico comunale «Manzoni» Giuseppe Polistena allarga le braccia e conferma: i milanesi che vogliono studiare il cinese sono un numero tale da non poter essere soddisfatto. Per capire di cosa stiamo parlando basti pensare che dei 434 studenti (tra 1071) che quest'anno hanno superato il test di ingresso alla Manzoni, ben 135 hanno fatto domanda per studiare dopo l'inglese il cinese. Solo 54 i fortunati. Ben 81 si sono dovuti accontentare e sostituire la lingua del Sol levante con lo spagnolo (in crescita, sempre), il tedesco (stabile) oppure ripiegare sul francese che sta perdendo sempre più appeal tra gli studenti. È il boom della Cina. Tanto che anche altri licei non prettamente linguistici hanno inserito il cinese come corso extracurriculare. È il caso del classico Parini, ad esempio. «Nelle scuole pubbliche milanesi - dice Mirante - ci sono 265 studenti che studiano il cinese. Di questi, 167 hanno chiesto la certificazione alla Cina, e 161 l'hanno ottenuta proprio ieri». La conferma viene dalla Fondazione Italia Cina che ora ha avviato una collaborazione col Miur per fare lezione nelle scuole. «Siamo sommersi dalle richieste, dal 2009 il 40% in più», ha commentato Cesare Romiti presidente della Fondazione che con la scuola di Formazione permanente inaugura il quarto anno di attività con l'avvio di corsi per bambini dai 4 anni di età. E anche qui ci sono già tantissime richieste.

L'attività che viaggia di pari passo con le decine di corsi rivolti alle aziende o ai professionisti che hanno bisogno di avere molto di più di una semplice infarinatura di mandarino per lavorare con un paese che in città ha ravvicinato le distanze.

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