"Il mio processo per vilipendio è illiberale Dovranno vergognarsi se andrò in carcere"

"Il mio processo per vilipendio è illiberale Dovranno vergognarsi se andrò in carcere"

Roma Onorevole Francesco Storace, il primo giugno lei ritorna in Tribunale per il vilipendio a Giorgio Napolitano.

«Sono convinto che un politico debba combattere fino alla fine, tanto più per un reato di opinione commesso da senatore, perseguito su autorizzazione del ministro della Giustizia. Quanto di più illiberale ci sia».

Come è finita in primo grado?

«Condannato a sei mesi, ma con la condizionale. E considerai la condizionale un ulteriore schiaffo. Pensi che il precedente segretario generale del Quirinale, Marra, mi profetizzò la condizionale, per evitare la vergogna nel momento in cui mi fossi presentato davanti al carcere per scontare la pena. Una circostanza che mi lasciò, come dire, turbato».

Cosa chiede a questo secondo grado di giudizio?

«Una chiara assoluzione. Mi sembrerebbe il minimo nel Paese che assolve Erri De Luca per l'accusa di istigazione al sabotaggio della Tav. Per questo sono intervenuto rinunciando alla prescrizione».

La sua vicenda risale al 2007. Quali furono i fatti?

«Polemizzai con Rita Levi Montalcini per il sostegno al governo. Napolitano definì l'attacco indegno. Io gli risposi con le sue stesse parole: Semmai è indegno il capo dello Stato».

Napolitano si è mosso concretamente per bloccare il processo?

«Credo che se avesse alzato anche un sopracciglio non ci sarebbe stato neppure il primo grado».

Con il presidente Mattarella si è mai confrontato?

«Gli ho chiesto un colloquio, si sono ben guardati dal concedermelo».

Il giorno del processo lei è invitato al Quirinale per il ricevimento per la Festa della Repubblica.

«Una vicenda davvero kafkiana. È offensivo chiamarmi a Palazzo a festeggiare, magari con un bel brindisi con Napolitano. Se mi assolvono o condannano dovrei ridervi in faccia o gridarvi la mia rabbia?».

La politica si è mossa per l'abolizione del reato?

«In Senato grazie a Maurizio Gasparri si è ristretto il campo delle ipotesi per cui si può essere processati, ma alla Camera grazie a Laura Boldrini è tutto fermo».

Si aspettava maggiore solidarietà

dalla politica?

«Certi silenzi suscitano dispiacere. In particolare da Salvini, ma anche da Fratelli d'Italia, mi sarei aspettato un impegno serio. Invece non hanno mosso un dito. Spero non sia per motivi elettorali».

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