Oltre 600 militanti dell'Isis hanno abbandonato le loro posizioni in seguito ai raid aerei russi in Siria: lo ha reso noto Andrei Kartapolov, vice capo dello stato maggiore russo. "Nelle loro file è cominciato il panico", ha aggiunto, precisando che a disertare sono "mercenari" che ora tentano di dirigersi verso l'Europa. L'aviazione militare russa ha condotto finora in Siria oltre 60 raid colpendo più di 50 infrastrutture dell'Isis e riducendo significativamente il potenziale di combattimento, ha aggiunto Andrei Kartapolov.
Mosca ha chiesto agli Usa di interrompere i bombardamenti nelle zone della Siria che sono prese di mira dai raid dei caccia russi. Le forze armate russe hanno inoltre comunicato di aver chiesto a Washington, prima di cominciare a bombardare, di ritirare tutti gli addestratori dalle zone considerate obiettivo dei raid aerei.
Intanto, l'intervento armato del Cremlino ha scatenato il dibattito internazionale. "I raid russi in Siria stanno facendo peggiorare la situazione e di contribuisce ad aiutare il "macellaio" presidente Bashar Assad". Il primo ministro britannico, David Cameron ha così condannato l'intervento militare di Mosca in Siria. "È assolutamente chiaro - ha aggiunto Cameron - che le forze russe non stanno facendo differenza tra le postazioni dello Stato islamico e le forze di opposizione moderate impegnate nella lotta contro Assad. Di conseguenza, in realtà stanno appoggiando il macellaio Assad, aiutandolo e facendo davvero peggiorare la situazione". E ha precisato: "Dovremmo usare questo momento per cercare di forzare il piano globale verso la transizione politica in Siria perché questa è l'unica risposta per portare la pace nella regione",
L'ambasciatore russo presso l'Unione Europea, Vladimir Chizhov, ha criticato la presa di posizione dei paesi membri della coalizione internazionale contro lo Stato islamico (Francia, Germania, Qatar, Arabia Saudita, Turchia, Regno Unito e Stati Uniti) che attraverso il ministero degli Esteri turco hanno avvertito Mosca sugli effetti negativi dell'attività militare russa in Siria, invitando i sette paesi ad andare a fondo "delle questioni senza giungere a conclusioni affettate". In un'intervista rilasciata ieri sera all'emittente televisiva russa "Rossiya 24", il diplomatico ha precisato: "Ho grandi sospetti sulle ragioni legate a questa dichiarazione. Hanno un aspetto strano e da esse emerge come il ministero degli Esteri turco non abbia le idee chiare in merito a quanto sta accadendo". Chizhov ha sottolineato di voler mettere in guardia i paesi della coalizione, in particolare la Turchia, a giungere a conclusioni affrettate.Ieri la Turchia, insieme ai partner della coalizione internazionale a guida Usa, ha emesso una dichiarazione congiunta contro i raid effettuati ieri in Siria dalla Russia contro i terroristi del Fronte al Nusra invitando Mosca a concentrare i propri sforzi contro lo Stato islamico (Is). Nella dichiarazione i paesi della coalizione internazionale "esprimono profonda preoccupazione per gli attacchi aerei di Mosca", precisando che le azioni della Russia costituiscono "un'ulteriore escalation" del conflitto. I paesi firmatari della dichiarazione hanno invitato Mosca a porre fine ai suoi attacchi contro la popolazione civile e l'opposizione siriana concentrando i propri sforzi contro lo Stato islamico Ieri nel suo intervento all'Assemblea generale delle Nazioni Unite, il ministro degli Esteri siriano Walid al Moallem ha messo in dubbio il valore di riforme politiche ed istituzionali in Siria se persiste l'attuale clima di guerra, sottolineando che gli attacchi aeri contro i terroristi sono inutili se non coordinati con il governo di Damasco. Per il ministro il terrorismo, non solo quello rappresentato dallo Stato islamico, non può essere combattuto solo con i raid aerei notando che tutte le operazioni precedenti per distruggere tale ideologia non hanno fatto altro che aumentare ancora di più la sua diffusione. Rivolgendosi ai rappresentanti dei 193 membri Onu, Mouallem ha ricordato come da anni la Siria sia un paese in cui la popolazione vive nella paura e in cui "scorre il sangue delle persone che combattono il terrorismo". Proprio enfatizzando la grave situazione della popolazione, il ministro degli Esteri ha invitato l'Onu ha discutere una risoluzione volta realmente a combattere il terrorismo, notando che le misure adottate finora sono di fatto "inutili pezzi di carta". Il responsabile della diplomazia di Damasco ha puntato il dito contro quei paesi che continuano ad inviare terroristi in Siria, impedendo l'implementazione della risoluzione Onu. "Chiedo a tutti voi di smettere di intimidire il mio paese", ha affermato Mouallem, notando che quanto sta avvenendo in Siria e in Iraq sta già dilagando anche in Europa con lo Stato islamico e altri gruppi terroristi pronti a compiere nuovi attentati per potare a termine il progetto del Califfato Rivolgendosi direttamente ai presenti, il ministro ha chiesto, in modo retorico, in che modo l'Onu può sostenere "stati che esportano il terrorismo", che alimentano la distruzione di altri stati.
"La Siria continuerà a combattere e l'esercito è capace di respingere i terroristi", ha aggiunto Mouallen. Il ministro ha sottolineato che nonostante le accuse di molti stati, Damasco ha dato prova della sua buona volontà di cooperare sul piano politico, ma ad oggi il paese non implementare le riforme richieste finchè non vi saranno gruppi terroristi sul territorio: "Come potete chiedere ai siriani di andare alle urne in queste condizioni?". Il ministro degli Esteri ha continuato ribadendo che Damasco crede nel dialogo politico volto a mantenere la sovranità nazionale e l'unità del paese. Mouallem ha inoltre affermato che il governo è pronto ad aderire ai lavori per la preparazione di una nuova conferenza di pace per la Siria guidati dall'inviato speciale dell'Onu, Staffan De Mistura Infine il ministro degli Esteri ha lodato l'impegno da parte della Russia e del presidente Vladimir Putin nel creare una coalizione internazionale contro il terrorismo in cooperazione diretta con il governo di Damasco.
"I bombardamenti condotti dai russi stanno avvenendo su esplicita richiesta del governo di Damasco e in coordinamento con esso", ha precisato il ministro, accusando Turchia, Arabia Saudita e Qatar di sostenere direttamente i terroristi che occupano totalmente la città di Idlib e vaste aree di Aleppo.
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