Alfie Evans, il nuovo "Charlie Gard" che lotta per venire in Italia

Alfie Evans è un bambino inglese in coma. I genitori stanno cercando di impedire che gli venga staccata la spina. Ecco l'opinione del legale che li assiste

Alfie Evans, il nuovo "Charlie Gard" che lotta per venire in Italia

Alfie Evans è un bambino di diciotto mesi. É in coma a causa di una malattia che ad oggi non sarebbe stata diagnosticata con precisione. Anche la famiglia di Alfie, così com'era avventuo con Charlie Gard, ha intrapreso una battaglia legale per tenere in vita il piccolo. I medici dell'Alder Hey Children's Hospital di Liverpool - del resto - hanno già chiesto all'Alta Corte inglese - come riporta il The Sun - un parere per procedere e staccare la spina. I genitori hanno espresso ferma contrarietà alla decisione dei medici e sui social è già partita una campagna di solidarietà a sostegno di mamma Katie e papà Thomas. La vicenda - insomma - presenta tratti molto simili a quella di un altro bambino inglese, quella per cui arrivarono a muoversi anche Donald Trump e Papa Francesco.

"Stiamo vivendo un incubo. Avevamo trovato un ospedale in Italia disposto ad accogliere Alfie", hanno sottolineato i genitori del piccolo, come riporta Today.it. E ancora: "Non stanno dando una chance a nostro figlio, lo stanno ignorando...Perché dovremmo portarlo in un hospice quando c’è un ospedale disposto ad accoglierlo? Un dottore si è offerto volontario, voleva capire meglio la situazione di nostro figlio, ma i medici dell’Alder Hey si sono rifiutati di parlare con lui", ha detto papà Thomas. Loro figlio è in coma dal dicembre del 2016 e secondo quanto dichiarato a Notizie ProVita da un legale italiano che sta assistendo la famiglia, la scelta dei medici sarebbe stata presa sulla base di "sospetti" e di "nessi legati a patologie di tipo neurologico grave...". L'Avvocato Martini, intervistato dal sito citato, ha dichiarato: "Sì. queste ore sono davvero decisive. L’Alder Hey Hospital ha trasgredito ad alcune regole di buona condotta e non si è comportato secondo buona fede - specifica il legale - Avevamo una trattativa serrata in corso da alcune settimane. Dovevamo arrivare a svolgere la procedura di mediazione per ricercare assieme all’ospedale una soluzione concordata". E ancora: "Certamente Alfie necessita di amore e di cure. Lui è semplicemente attaccato a un ventilatore e in tutti questi mesi, l’ospedale Alder Hey nemmeno ha mai praticato una tracheotomia. Perché? Abbiamo anche sospetti di altro tipo, ma al momento non è lecito esporsi in questo senso. Vedremo in seguito". Parole forti, dunque, che potrebbero alimentare lo scontro legale attorno al caso in questione.

Per far sì che il bambino resti in vita, secondo il legale, sarebbe necessario un trasferimento. I medici dell'ospedale in cui Alfie è ricoverato - però - avrebbero specificato per mezzo di una lettera ufficiale che un viaggio non sarebbe privo di rischi per il piccolo. Pericoli che - secondo l'avvocato -sarebbero invece "minimali" e "assolutamente tamponabili". Per il viaggio, poi, sarebbero state contattate delle compagnie aree specializzate. La destinanzione individuata dai genitori di Alfie - insomma - sarebbe l'Italia, ma quali sono le condizioni del piccolo? Per l'avvocato: "Alfie apre gli occhi. Accenna sorrisi. Gli alzi le braccia e lui le mantiene sollevate o le abbassa lentamente controllando i muscoli".

Le condizioni, insomma, non sarebbero ascrivibili in alcun modo ad una situazione "vegetale". Su Change.org - infine - è stata lanciata una campagna a sostegno dei genitori di Alfie che avrebbe già raggiunto 30mila sottoscrizioni.

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