Un tentativo di insurrezione è in corso in queste ore a Yerevan, capitale dell’Armenia. Un gruppo di persone armate all’alba ha preso un dipartimento di polizia a Yerevan, nel quartiere di Erebuni. Ci sono feriti e fonti ufficiali parlano di un morto. I poliziotti sono stati presi in ostaggio dagli insorti. Fra loro, anche il vice capo della polizia Valeri Osipyan.
I media locali riportano strade chiuse dalla polizia in direnzione del dipartimento in questione e foto diffuse sui social media dimostrano che ci sarebbero cecchini schierati nella zona. Gli insorti farebbero riferimento a Jirair Sefilyan, veterano della guerra in Nagorno-Karabakh, che era stato arrestato a fine giugno. Un arresto che, secondo molti armeni, è politicamente motivato. Chiedono – in un video che è stato diffuso stamattina su internet – le dimissioni del presidente armeno Serj Sargsyan e il rilascio del loro leader. Fanno appello all’esercito e al popolo di scendere nelle strade e ribellarsi.
Varuzhan Avetisian, alla guida del gruppo di insorti, ha dichiarato a Radio Free Europe che in seguito c’è stato un tentativo fallito da parte delle forze dell’ordine di riprendere il dipartimento di polizia. Negli scontri, ci sarebbero stati dei feriti.
Una donna intervistata dalla versione armena di Radio Free Europe ha parlato di spari e esplosioni da lei sentite alle 5 del mattino nei pressi della caserma di polizia presa d’assalto.
Secondo i servizi di sicurezza armeni, Jirair Sefilyan sarebbe stato arrestato per acquisto, possesso e trasporto di armi illegali. Si afferma inoltre, nel comunicato, che le forze di sicurezza sono in “pieno controllo della situazione”, anche se confermano la crisi degli ostaggi in corso e il poliziotto ucciso.
Facebook sarebbe stato bloccato in Armenia, secondo alcune fonti, ma solo da alcuni operatori. Molti armeni parlano di un tentativo di colpo di Stato, ma si tratta con ogni probabilità di un episodio legato a una questione personale e a un leader popolare, Sefilyan, che era stato fra i principali artefici della vittoria nella guerra conclusa nel 1994 in Nagorno-Karabakh. Una guerra, quella contro l’Azerbaigian, che di recente è tornata a esplodere, in mancanza di un accordo di pace. Ad aprile c’erano stati oltre trecento morti in pochi giorni di combattimento.
Difficile immaginare, al momento, un rovesciamento del potere in
Armenia. L’appello degli insorti non ha fatto al momento presa sulla popolazione e sull’esercito. La polizia ha effettuato in queste ore diversi arresti nella capitale di uomini ritenuti vicini a Sefilyan e agli insorti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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