Le bandiere nere dei terroristi islamisti sventolano a Londra. Sono immagini incredibili quelle che arrivano da una delle capitali dell'Occidente libero e democratico. Sabato scorso circa quattrocento musulmani si sono radunanti davanti all'ambasciata siriana di Londra, a Belgrave Square, in occasione di una manifestazione organizzata dall'organizzazione islamica radicale Hizb ut-Tahrir della Gran Bretagna ("Partito della Liberazione").
Nata come una setta egiziana, in seguito si è trasformata in un vero e proprio partito politico internazionale diffuso in Inghilterra, Germania, Stati Uniti, Danimarca e in tutto il Medio Oriente, capace di far leva sugli immigrati di seconda generazione di religione islamica, favorevoli al Califfato. "l mondo sta guardando con orrore la distruzione di Aleppo - si legge sul volantino della manifestazione diffuso da Hizb ut-Tahrir -. Decine di migliaia di uomini, donne e bambini sono in balia del regime siriano assetato di sangue e dei suoi alleati. Il silenzio dei governanti musulmani è assordante. Abbiamo assistito al massacro di uomini, allo stupro delle donne e alla perdita dell'innocenza dei loro figli. Fratelli e sorelle, uniamoci per supportare la voce della verità per i nostri fratelli e sorelle siriani". Molti di loro hanno viaggiato in autobus e sono arrivati appositamente a Londra dalle città di Birmingham e Bradford, nonostante il manifesto sia stato pubblicato sul sito soltanto il giorno prima. La folla era divisa, con le donne e i bambini nelle retrovie e gli uomini nelle prime file. Dagli altoparlanti piovevano accuse rivolte al presidente siriano Bashar al-Assad, a Vladimir Putin e anche agli Stati Uniti, ritenuti i responsabili dell'attuale situazione in Siria.
Ma quella che doveva essere una manifestazione in solidarietà delle vittime di Aleppo si è rivelata ben altro: davanti alla sede dell'ambasciata siriana i manifestanti sventolavano impunemente le bandiere nere dei terroristi di Jabhat Fateh al-Sham - ossia Jabhat Al-Nusra, la diramazione siriana di Al-Qaeda - al grido di “Allahu Akbar” ("Allah è il più grande"), inneggiando al Califfato. In una delle più grandi piazze di Londra, dunque, sede di moltissime ambasciate, e non solo di quella siriana, con la scusa di un fasullo appello umanitario, i simpatizzanti dei terroristi autori di barbarie e crimini gravissimi contro la popolazione e di tragici attentati in Europa, hanno potuto esprimere le loro idee, pericolose e fanatiche, senza che le autorità intervenissero con il giusto rigore che in questi casi sarebbe logico aspettarsi. Il vero motivo dunque non era esprimere il proprio dissenso per le atrocità della guerra ma solidarizzare con gli estremisti salafiti sconfitti ad Aleppo dall'asse rappresentata da Assad, Putin e Iran. Alcuni manifestanti si sono persino riuniti dietro uno striscione che chiede l'instaurazione del Califfato dei Rāshidūn - Il “Califfato degli Ortodossi” - che rappresenta, nella mente degli islamisti radicali, un ritorno alle origini dell'Islam. Già nel 2009 un rapporto del Centre for Social Cohesion sottolineava come le idee dell'Hizb ut-Tahrir siano del tutto incompatibili con l'Occidente. "La visione del mondo dell'Hizb ut-Tahrir rappresenta un conflitto tra la cultura occidentale e l'Islam. Il partito ritiene che il Regno Unito e Stati Uniti d'America stiano conducendo una campagna contro l'Islam e contro i musulmani in tutto il mondo", si legge nel il rapporto. Nonostante sia vietato in molti paesi islamici, così come in Germania, in Russia e in Cina, Hizb ut-Tahrir opera legalmente nel Regno Unito.
Oltre a Londra, in numerose altre città europee, da Madrid a Berlino, passando per Firenze e Torino, si sono svolte in questi giorni manifestazioni in solidarietà con le vittime di Aleppo, spesso organizzate dai circoli islamici simpatizzanti dell'ambiguo“Free Syrian Army”, una delle sigle dei cosiddetti “ribelli moderati” supportati dall'Occidente che, come abbiamo potuto constatare più volte nel raccontare il conflitto siriano, così tanto “moderati”, nella realtà dei fatti, non sono.
Una dei cortei più partecipati si è tenuto lo scorso 13 dicembre davanti all'ambasciata russa di Istanbul, in Turchia. Anche in quell'occasione, oltre a sfoggiare le bandiere dei “ribelli moderati”, i manifestanti sventolavano senza esitazione quella dei terroristi di Jabhat Al-Nusra e dei salafiti del Fronte Islamico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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