L'auto su cui stava viaggiando Papa Francesco a Dacca, capitale del Bangladesh, ha rischiato di essere investita da un traliccio in legno della luce elettrica, travolto dal gran numero di persone accorse lungo le strade per salutare il pontefice. Nelle immagini riprese dall'operatore di Tv2000, Andrea Tramontano, si vede un gruppo di persone che cade sulle transenne delimitanti l'area
di passaggio della papamobile, travolgendo il palo vicino. Solo l'intervento degli uomini della sicurezza del Papa e di altre persone il traliccio è stato sostenuto a mano mentre passava l'auto del Papa.
Una volta arrivato nel giardino della sede arcivescovile Bergoglio ha rinunciato alle vetturette da golf di solito utilizzate in queste occasioni e ha compiuto il giro tra i fedeli con il tradizionale risciò a pedali, accompagnato da un giovane bengalese che era visibilmente emozionato. Lo stesso aveva fatto Giovanni Paolo II nella sua visita in Bangladesh avvenuta 31 anni fa.
Il Papa ha salutato 16 persone della comunità dei rohingya rifugiati in Bangladesh dopo essere fuggiti dal Myanmar. Il faccia a faccia è avvenuto durante l'incontro interreligioso ed ecumenico per la pace, con esponenti religiosi cattolici, anglicani, musulmani, buddisti e induisti.
È iniziato con un inchino reciproco l’incontro tra il pontefice e i profughi Rohingya. Quando questi sono saliti in fila sul palco, dopo il discorso ai leader delle altre religioni, il Papa si è inchinato davanti alla prima coppia, ricambiando il loro inchino.
Questo è il testo integrale delle parole che il Papa ha detto ai Rohingya, raccolte dai giornalisti presenti all'incontro ma non mandate in onda dalla tv del Bangladesh: "Noi tutti vi siamo vicini. È poco quello che possiamo fare perchè la vs tragedia è molto dura e grande ma vi diamo spazio nel cuore. A nome di tutti quelli che vi hanno perseguitato, che vi hanno fatto del male,chiedo perdono. Nella tradizione giudaico-cristiana Dio ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza. Tutti noi siamo questa immagine. Anche questi fratelli e sorelle. Noi tutti portiamo il sale di Dio dentro. Anche questi fratelli e sorelle. Facciamo vedere al mondo cosa fa l’egoismo con l’immagine di Dio. Tanti di vi mi avete detto del cuore grande del Bangladesh che vi ha accolto. Mi appello al vostro cuore grande perché sia capace di accordarci il perdono che chiediamo. Sono l’immagine del Dio vivente.
Una tradizione della vostra religione dice che Dio ha preso dell’acqua e vi ha versato sale, l’anima degli uomini. Non chiudiamo il cuore non guardiamo da un’altra parte. La presenza di dio oggi si chiama anche Rohingya. Ognuno ha la sua risposta Continuiamo a stare vicino a loro perchè siano riconosciuti i loro diritti".
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