"Non temo di essere estradato in Italia malgrao la recente richiesta del governo Italiano". Il terrorista dei Proletari Armati per il Comunismo (Pac), Cesare Battisti, condannato a quattro ergastoli, ride in faccia all'Italia. Alla polizia federale brasiliana, che lo ha arrestato ieri mentre tentava di fuggire in Bolivia, si vanta di essere protetto dal decreto dell'ex presidente Inacio Lula Da Silva che il 31 dicembre 2010 si oppose all'estradizione. Intanto il giudice federale brasiliano, Odilon de Oliveira, ha confermato l'arresto.
Battisti è stato arrestato ieri a Corrumba vicino al confine con la Bolivia, trovato in possesso di 6.000 dollari e 1.300 euro, non dichiarati e per questo fermato. "Ero lì per fare shopping", ha detto il terrorista agli inquirenti nel tentativo di spiegare cosa ci facesse alla frontiera con tutto quel denaro addosso. Ma il giudice federale ha preferito convalidare l'arresto perché, come ha spiegato durante l'udienza di convalida che si è tenuta nel distretto della polizia federale di Corumba, ha ritenuto che ci fossero i presupposti per la custodia cautelare in carcere.
A fine settembre il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, ha dato mandato all'ambasciatore italiano in Brasile di richiedere formalmente le procedure per estradare il terrorista rosso rivendendo la decisione di Lula che non lo aveva consegnato alle autorità italiane. Non solo l'attuale presidente Michel Temer si è espresso a favore dell'estradizione, ma diversi ministri del suo governo hanno addirittura dato il proprio appoggio alla richiesta avanzata dalla Farnesina.
Di recente Battisti ha presentato ricorso al Tribunale Supremo brasiliano contro un eventuale rientro forzato in Italia.
"Non ha paura di essere estradato in Italia", ha detto ieri ai poliziotti, che lo arrestavano, vantandosi di essere protetto dal decreto dell'ex presidente Lula che gli ha concesso "un visto permanente".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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