Brasile, Bolsonaro vara riforma per "liberare le scuole dal marxismo"

I partiti di sinistra hanno subito etichettato l’iniziativa di Bolsonaro come un tentativo di riportare il Brasile “indietro nel tempo”, ossia agli anni della “dittatura militare”

Brasile, Bolsonaro vara riforma per "liberare le scuole dal marxismo"

Il presidente brasiliano Jair Bolsonaro ha in questi giorni varato una riforma del sistema educativo nazionale, diretta a ripristinare nelle scuole e nelle università del Paese i “valori sani”.

In base al piano didattico licenziato dall’esecutivo, i libri di testo verranno sottoposti a una “profonda revisione”, al fine di purgarli dalla “spazzatura marxista”. Dai volumi destinati agli studenti verrà infatti espunto qualsiasi riferimento a “femminismo, omosessualità, violenza sulle donne e ideologia gender”. La riforma propugnata da Bolsonaro introduce inoltre l’obbligatorietà dell’utilizzo, all’interno delle strutture educative, della “lingua nazionale”, ossia il portoghese. Di conseguenza, professori e alunni non potranno parlare, durante le ore di lezione, in “idiomi locali o minoritari”. Tale prescrizione mira in particolare a combattere, a detta dell’esecutivo, la diffusione del “Pajuba”, dialetto coniato di recente dalle comunità di studenti omosessuali e transessuali e impiegato di fatto da costoro come “codice segreto”.

La lotta al marxismo avviata da Bolsonaro passerà quindi attraverso il ripristino, nel contesto educativo nazionale, della sacralità dei “valori patriottici”: “difesa della famiglia tradizionale, deferenza verso le forze armate, rispetto della dottrina cristiana”. Ad avviso del leader nazionalista, tali principi sarebbero stati “brutalmente calpestati” dalle precedenti amministrazioni di sinistra, le quali avrebbero “avvelenato” le menti dei giovani promuovendo nelle scuole e nelle università lo studio delle teorie del filosofo Paulo Freire, incentrate su feroci critiche al sacramento del matrimonio e alla stessa Chiesa cattolica.

Il ministro dell’Educazione nazionale, Ricardo Velez Rodriguez, ha presentato le modifiche volute da Bolsonaro come una “scelta condivisa dall’intero governo”. Egli ha poi descritto la riforma in questione come uno “strumento necessario” a contrastare la “folle ondata globalista” promossa con “aggressività” nel contesto educativo nazionale dai precedenti esecutivi socialisti.

Il ministro ha quindi precisato che il piano didattico licenziato dalle autorità federali prevede anche l’apertura di “nuove scuole e accademie gestite dalle forze armate”, nonché sgravi fiscali agli istituti educativi confessionali.

I partiti di sinistra hanno subito etichettato l’iniziativa di Bolsonaro come un tentativo di riportare il Brasile “indietro nel tempo”, ossia agli anni della “dittatura militare”.

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