L’immigrazione? “Può alterare le radici religiose, sociali ed etniche dell’Europa”. Per questo l’Ungheria ha deciso di fare affidamento “sulle risorse interne” per risolvere la crisi demografica che tiene in ginocchio il Vecchio Continente.
A dirlo è il ministro ungherese della famiglia Katalin Novák. Madre di tre figli e sostenitrice di politiche anti-aborto, va a braccetto con il suo omologo italiano, Lorenzo Fontana. Tanto che avrebbe già confermato la sua presenza al World congress of families di marzo, l'evento organizzato dalle associazioni pro-life a Verona. “Oggi la crescita della popolazione europea dipende esclusivamente dall’immigrazione: se va avanti così, l'Europa perderà lo scontro di civiltà”, ha spiegato il ministro al quotidiano La Verità, chiarendo come “il 46% dei Paesi occidentali non sarà in grado di riprodurre sé stesso se continuerà questa tendenza”.
Quella della natalità, insomma, è una “questione di sopravvivenza”. E se c'è chi conta sui migranti per invertire questo trend, a Budapest hanno scelto un’altra strada. Quella del sostegno agli ungheresi, destinando alle politiche familiari il 5% del Pil, che tradotto significa oltre 6 miliardi di euro: il doppio della media Ocse. Ma non è finita. Le tasse sul reddito personale si azzerano per le famiglie con almeno tre figli e per aiutare le famiglie ad acquistare una casa lo Stato può mettere in campo fino a 31mila euro, oltre a finanziarne 46mila per un mutuo a tasso fisso. Poi c’è la tutela delle mamme, con una rete di asili nido accessibile a tutti, che permette a chi ha appena partorito di tornare a lavoro in tempi brevi. Per i papà, invece, c’è una settimana al mese di congedo parentale per stare più vicini ai propri bimbi.
Questa, in sostanza, la ricetta ungherese che ha portato a registrare, nel 2017, “il più alto tasso di natalità e matrimoni degli ultimi 20 anni”. Tanto che la settimana scorsa, il portavoce del premier ungherese Viktor Orbán, Zoltan Kovacs, in visita nella Capitale, non aveva esitato a definirla una “piccola svolta”, per poi puntare il dito contro l’Europa e i Paesi occidentali, che secondo il governo magiaro non farebbero abbastanza per aiutare le famiglie. E che, soprattutto, "vorrebbero obbligarci a invertire la parabola demografica discendente attraverso l’immigrazione". A raccogliere l’invito, però, c’è sicuramente il ministro Fontana che, a detta della stessa Novák, apprezzerebbe l’approccio ungherese al problema.
E a chi accusa l’Ungheria di essere un Paese illiberale la ministra ribatte: “Ce lo chiedono gli ungheresi”.
Gli stessi che hanno eletto il partito di governo, Fidesz, “per la terza volta con una maggioranza di due terzi”. Insomma, altro che Orbán dittatore: “Semmai la dittatura è quella della sinistra liberal, che si contraddice perché non accetta più la diversità di opinioni, la tolleranza e la solidarietà”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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