La Francia ha fatto intendere ai rappresentanti della City di Londra che farà tutto quanto in suo potere per depredare l’economia britannica e sabotare l’alta finanza londinese grazie alla Brexit. Questo è quanto uscito da un report ufficiale del rappresentante della City presso l’Unione Europea, Jeremy Browne, rivelato dal Daily Mail. Secondo Browne, le più alte istituzioni finanziarie, d’accordo con il nuovo governo di Parigi, hanno un unico obiettivo, e cioè quello di prendere il posto della City e punire il Regno Unito per l’uscita dall’Unione Europea. L’incontro dell’inviato della City in Francia con banchieri, politici, finanzieri e rappresentanti del governo, ha avuto dunque l’effetto di rendere chiaro al governo britannico e ai banchieri inglesi quanto già annunciato in varie dichiarazioni provenienti dal continente, e cioè che l’interesse dell’Europa dell’alta finanza, arrivati a questo punto del Brexit, è quello di riuscire a guadagnare il più possibile dall’esclusione della City di Londra dai circuiti finanziari ed economici europei.
Il messaggio di Jeremy Browne ai Ministri britannici e ai parlamentari del Regno è molto chiaro. Si legge che la Francia di Macron ha effettivamente dichiarato la guerra aperta alla Square Mile di Londra e avverte che le istituzioni francesi “Sono chiarissime nel loro obiettivo: l'indebolimento della Gran Bretagna e l’annichilimento di Londra.” Inoltre, si legge, Browne è rimasto particolarmente colpito dall’incontro con i delegati della Banca di Francia, definito dal delegato della City come “il peggiore che abbia mai avuto in tutta l'UE. Sono a favore della hard-Brexit più dura. Vogliono la distruzione e la disgregazione dei servizi finanziari inglesi.” A conferma di questo, sempre a detta di Browne, ci sarebbero le rivelazioni sul fatto che i più grandi imprenditori francesi si sarebbero recati a Londra, negli ultimi tempi, offrendo enormi quantità di denaro alle aziende con sede nella capitale inglese per far sì che spostassero le loro rappresentanze a Parigi, abbandonando la City. Un sistema accolto favorevolmente dal governo Macron, e che è la conseguenza di quanto dichiarato dall’attuale ministro dell’economia francese, Bruno Le Maire, che ha più volte affermato il concetto secondo cui Brexit sarebbe stata “una grande opportunità per la Francia”.
Al fine di rafforzare il concetto espresso nel memorandum inviato al governo e al parlamento di Sua Maestà, Browne afferma che “la Francia non poteva essere più chiara. Le istituzioni francesi vedono la Gran Bretagna e la città di Londra come avversari, non come partner.” E il memo suggerisce che altre nazioni dell’UE volevano mantenere delle buone relazioni con il Regno Unito riguardo alla Brexit, ma sono rimaste particolarmente allarmate dalla condotta ostile della Francia, e si sono dimostrate impotenti - o non disposte - a fermare le intenzioni ostili di Parigi. Intenzioni ostili che rendono evidente, con l’inizio del secondo round di negoziati sulla Brexit, cosa attende Londra nel prossimo futuro. Ma che soprattutto hanno messo in allarme i parlamentari britannici, preoccupati dal fatto che i servizi finanziari della City rappresentano uno degli asset principali dell’economia del Regno, portando nelle casse del Tesoro statale circa 66 miliardi di sterline all’anno soltanto con la tassazione dei servizi, che rappresentano più o meno la metà della spesa pubblica per il Servizio Sanitario Nazionale. Proprio per questo motivo, il governo britannico deve stare attento sul tema finanziario, perché non è soltanto un problema di perdita di posti di lavoro e di un indotto economico fondamentale per l'economia di Londra, ma anche una risorsa basilare per l’intero sistema finanziario del Regno Unito.
Il report denuncia quanto in realtà era già evidente dai primi giorni della Brexit. Alla rabbia europea conseguente al voto del referendum che ha sancito la volontà del popolo britannico di uscire dall’Unione Europea, ora si è aggiunto un nuovo sentimento: la rivincita. Se prima l’UE voleva soltanto punire Londra per questa mossa, adesso vuole lucrarci.
In questo senso, la salita al potere di Macron rappresenta un dato molto preoccupante per l’esecutivo May, perché il presidente francese rappresenta proprio quel mondo dell’alta finanza che adesso si trova a guidare il fronte della hard-Brexit senza possibilità di compromesso.
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