Il Brexit ha trionfato in Inghilterra, Galles e nelle aree rurali. I voti contro il divorzio fra Regno Unito e Unione Europea, invece, hanno prevalso in Scozia, Irlanda del Nord e nelle grandi città, con una tendenza più europeiste nelle aree più ricche del Paese.
L'immagine del voto non lascia dubbi: se a livello nazionale il "Leave" ha vinto con quasi il 52% dei voti, in Inghilterra e Galles questa percentuale sale al 53%, per crollare al 44% in Irlanda del Nord e al 38% in Scozia. Curiosamente, il "Leave" ha vinto anche nella circoscrizione di Jo Cox, la deputata laburista uccisa dieci giorni fa nel suo distretto di Kirklees. Percentuali altissime per il "Remain" nei distretti centrali di Londra, con il 75% a Islington, il 69% a Kensington and Chelsea e il 79% a Lambeth.
Dati piuttosto eloquenti, che mostrano come ad esempio gli scozzesi si sentano più vicini a Bruxelles che a Londra, rinfocolando le velleità di chi vuole l'indipendenza dalla corona britannica - e di fatto la premier scozzese Nicola Sturgeon ha già fatto sapere che la Scozia "farà sentire la propria voce".
Più complicata l'analisi della situazione in Irlanda del Nord, dove le circoscrizioni vicine alla capitale, Belfast (che però ha votato per il Remain), hanno votato per il Leave, a differenza di quelle più prossime al confine terrestre
con la Repubblica d'Irlanda. Il leader dei nazionalisti del Sinn Féi, Martin McGuinness, ha già chiesto un referendum per riunire il nord dell'Irlanda al resto dell'isola. I prossimi mesi saranno decisivi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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