Burger King fa pubblicità nel parcheggio del lager di Dachau. Lite finisce in tribunale

La fondazione che gestisce il campo di concentramento di Dachau ha deciso di portare davanti ad un tribunale la società Burger King, che fa distribuire migliaia di volantini nel parcheggio usato dai visitatori del campo

Burger King fa pubblicità nel parcheggio del lager di Dachau. Lite finisce in tribunale

Bufera in Germania, per alcuni volantini pubblicitari della catena Burger King, distribuiti nel parcheggio antistante il campo di concentramento di Dachau. La fondazione che gestisce quello che fu uno dei primi lager della Germania nazista ha deciso di fare causa alla catena mondiale di fast-food. Il motivo? Le migliaia e migliaia di volantini che pubblicizzano hamburger e patatine fritte, lasciati ogni giorno sotto i tergicristalli delle auto nel grande parcheggio antistante il campo. A quanto scrive il giornale Die Welt la fondazione che gestisce l'ex lager, per conto del Land della Baviera, ritiene tale attività irrispettosa verso la memoria degli orrori compiuti dal Terzo Reich.

Il campo Dachau - aperto su ordine di Heinrich Himmler nel marzo del 1933, è rimasto in attività per oltre 12 anni, finché non fu liberato dagli americani il 29 aprile del 1945. Gli Alleati vi trovarono circa 32 mila prigionieri, mentre si calcola che vi siano morte oltre 40 mila persone. Ogni anno il campo è visitato da oltre 800 mila le persone.

"In generale, è vietato fare pubblicità nell’area del lager", ha detto alla Welt la direttrice del memoriale di Dachau, Gabriele Hammermann. "Per molti visitatori, questo è soprattutto un luogo di lutto. La reclame non è conciliabile con la dignità che questo luogo esige". La direttrice spiega anche che molti visitatori si sono lamentati e si sentono offesi dall’iniziativa di Burger King.

Anche il giorno che fu riportato al suo posto il cancello del campo, con la famosa scritta "Arbeit macht frei" (rubato anni fa da sconosciuti e ritrovato in Norvegia), alcuni collaboratori della catena di fast food si erano presentati con le loro divise per distribuire i loro volantini. "Più volte abbiamo cercato di entrare in contatto con la società che qui ha in gestione il marchio di Burger King, ma i responsabili non sono stati mai raggiungibili", spiega sempre Hammermann.

Un tentativo è stato fatto anche presso la sede nazionale della catena, ma senza successo. Da lì la decisione di rivolgersi al tribunale. Burger King, interpellata dalla Bild, parla di "un equivoco". A breve il giudice dovrebbe decidere il da farsi.

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