Catalogna al voto sognando l'indipendenza: prova di forza con Madrid

Consultazione solo simbolica dopo il veto della Consulta. Ma le file ai seggi sfidano Madrid

Catalogna al voto sognando l'indipendenza: prova di forza con Madrid

La coincidenza con il 25° anniversario della caduta del muro di Berlino è simbolica. Ma ben l'80,72% degli oltre due milioni di catalani che hanno partecipato al referendum simbolico sull’indipendenza della Catalogna ha votato "sì". E il presidente della Generalitat, Artur Mas, che ha definito "un successo totale" la consultazione, ha già lanciato al premier Mariano Rajoy la richiesta per negoziare "un referendum vero" sullo status della Catalogna.

"Il 9-N è un atto di dignità collettiva - ha gridato Carme Forcadell, la pasionaria dell’Acn - nessuno ci impedirà di votare". Dopo la sospensione decretata dalla Corte costituzionale, la controversa consultazione sull'indipendenza si è ridotta a un maxi-sondaggio del popolo indipendentista: 5,4 milioni di catalani, di età superiore ai 16 anni, sono stati chiamati a pronunciarsi su due quesiti: "Vuole che la Catalogna sia uno stato?" e, in caso affermativo, "Vuole che questo stato sia indipendente?". Promosso dal governo catalano di Artur Mas, la sua gestione è stata lasciata nelle mani dei volontari dell’associazionismo indipendentista, mobilitato dal Patto per il Diritto a Decidere (che raggruppa oltre 3.000 organizzazioni ed enti a favore dell’indipendenza) per non violare il divieto dell’Alta corte. Oltre 7mila poliziotti catalani e 450 agenti di polizia in assetto antisommossa hanno vigilato affinché il voto si svolgesse pacificamente.

Gli sguardi restano al dopo voto, quando il leader dei nazionalisti invierà un’annunciata lettera al premier Mariano Rajoy per aprire una fase di dialogo dopo il muro contro muro degli ultimi mesi originato dalla bocciatura di buona parte dello Statuto di autonomia approvato dal Parlamento catalano, che riconosceva la Catalogna come nazione, decretato dalla Corte costituzionale nel 2010. Da allora, il sentimento indipendentista non ha fatto che crescere, anche se, come ha rivelato El Periodico de Catalunya, una "via segreta di dialogo" è tenuta in piedi dal 2013, quando Mas annunciò la convocazione del referendum, concordata con gli altri partiti indipendentisti.

Rajoy assicura che "fino a quando sarò presidente del governo, nessuno romperà l’unità della Spagna". Ma, a partire da domani, dovrà ricominciare a studiare l'incastro delle aspirazioni catalane in Spagna.

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