È stato catturato a Esenyurt, un distretto periferico nella zona europea di Istanbul, il killer che entrò sparando al Reina la notte di capodanno, uccidendo 39 persone e ferendone altre 69 nel club affacciato sul Bosforo.
Abdulghadir Masharipov, l'uzbeko principale sospettato per la strage, nome di battaglia Abu Muhammed Khorasani, secondo i media turchi è stato arrestato mentre si trovava insieme al figlio di quattro anni, che aveva trascinato nella sua fuga dopo la strage, dopo averlo portato via dall'abitazione che occupava con la famiglia a Zeytinburnu.
Dalle prime foto diffuse Masharipov, costretto a guardare in camera, sembra essere contuso o ferito, la maglietta macchiata di sangue fresco e un taglio al sopracciglio. È stato catturato in un appartamento di Esenyurt dove si trovava da tre giorni e da lì portato dalla polizia alla questura di via della Patria per l'interrogatorio, passando per i controlli medici di routine dopo operazioni di questo tipo.
Con lui sono state fermate altre quattro persone: un uomo di origini kirghize e tre donne, che secondo la Cnn Turk sono di nazionalità egiziana, senegalese e somala. Lo scorso 12 gennaio era stata arrestata la moglie, trovata a Maltepe - nel lato asiatico della città - insieme alla figlia di 18 mesi. Secondo i media locali aveva sostenuto di non essere al corrente delle idee del marito.
Secondo fonti di polizia altre operazioni anti-terrorismo erano in corso a Istanbul, come anche nella capitale Ankara. La notizia dell'arresto pone fine a una caccia durata più di quindici giorni al militante dell'Isis che ha aperto il fuoco contro chi, nella metropoli turca, celebrava l'arrivo dell'anno nuovo in un club alla moda nella zona di Ortakoy, quando ormai in molti davano per scontato che avesse raggiunto la Siria o si fosse comunque dileguato.
Un attacco rivendicato dal sedicente Stato islamico (Isis), che per la prima volta si è così assunto la responsabilità per un'azione compiuta sul suolo turco, dopo che per settimane la propaganda del gruppo jihadista aveva chiesto ai suoi di attaccare anche il Paese di Erdogan.
Una vendetta per "il sangue dei musulmani versato per i bombardamenti dei suoi caccia". Così l'Isis aveva rivendicato la strage, chiarendo di considerare la Turchia, in passato spessa definita ambigua nei confronti dei jihadisti e per avere permesso troppo a lungo ai foreign fighters di raggiungere la Siria, come un nemico da affrontare.
Reina saldırganını ele geçiren, başta Bakanımız @suleymansoylu'ya, emniyet ve istihbarat teşkilatlarımıza Milletimiz adına teşekkür ediyorum
— Mevlüt Çavuşoğlu (@MevlutCavusoglu) 16 gennaio 2017
Poco dopo la conclusione dell'operazione che ha portato all'arresto di Masharipov, il ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu si è congratulato su twitter "a nome dei
cittadini" con il ministro dell'Interno e con le forze di polizia per il risultato dell'operazione. Ulteriori dichiarazioni da parte del prefetto e del questore di Istanbul sono attese nella mattina di martedì.Twitter: @ACortellari
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